Un piano per riqualificare le abitazioni

Confartigianato e ordini professionali puntano a 5 progetti pilota per l’efficienza energetica e l’adeguamento sismico
Di Gianni Favarato

Ben 93.725, ovvero il 59 % dei circa 300 mila esistenti nell'area Metropolitana di Venezia sono stati costruiti dagli anni Cinquanta agli anni Ottanta del secolo scorso e sono in cattivo, con un forte deficit energetico, un deficit strutturale (11%) e spese sempre più elevate per i condomini di edifici con appartamenti multipli. Tutte ragioni più che buone per decidersi a riqualificare il vecchio appartemento in cui si abita - dal punto di vista energetico, architettonico e sismico - utilizzando i bonus fiscali che permettono di recuperare, nell’arco di dieci anni, fino al 65 % delle spese sostenute di risparmiare l'80 % di costi della bolletta energetica. Inoltre, si ridurrebbero dell’80 % le emissioni di gas serra, pari a 175mila tonnellate all’anno di anidride carbonica.

Il protocollo. Nonostante la convenienza di investire nella riqualificazione del proprio appartamento - con risultati economici ben più sostanziosi rispetto ad un investimento finanziario qualsiasi, anche in Btp solo una minoranza dei vecchi condomini utilizza questa possibilità. Per questo le imprese edili insieme agli ordini professionali di architetti, ingegneri, periti, geometri e amministratori di condomini hanno sottoscritto ieri nella sede di Confartigianato Venezia. Il «protocollo sinergico per incentivare, sostenere ed aiutare gli interventi di miglioria e riqualificazione energetica nell'edilizia» fortemente voluto dalla Confartigianato imprese Città metropolitana di Venezia e stato sottoscritto dal presidente dell’Ordine provinciale degli Ingegneri Ivan Antonio Ceola, dalla presidente dell’Ordine degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori Anna Buzzacchi, dal presidente del Collegio geometri e geometri laureati Paolo Biscaro, dal presidente del Collegio dei periti industriali e dei periti industriali laureati Angelo Boscolo Zemelo e dal mandatario dell'Associazione nazional-europea di amministratori d’Immobili, Diego Bordin.

I progetti pilota. Con la firma del Protocollo, Confartigianato Metropolitana si impegna a realizzare «percorsi formativi titolati di 32 ore per le imprese allo scopo di uniformare i processi per la riqualificazione energetica dell’edilizia privata e per aggiornare i propri associati sulle novità legislative e tecniche relative alla riqualificazione energetica e abitativa. Gli altri firmatari del Protocollo avranno il compito di «predisporre delle soluzioni standard di efficientamento energetico. In sostanza realizzeranno 5 primi progetti dimostrativi di riqualificazione energetica architettonica e sismica su tipologie di edifici maggiormente diffusi sul nostro territorio, allo scopo di dimostrare con numeri alla mano, a proprietari e condomini, la tipologie dei lavori da fare, i costi e i benefici dal punto di vista energetico. I progetti pilota riguarderanno 5 tipologie edilizie esistenti più comuni sul territorio veneziano - in particolare nelle aree di Mestre, Marghera, Sottomarina, Riviera del Brenta e tra il Sandonatese e Portogruarese - con interventi possibili di «limitato impatto economico». In pratica i proprietari avranno dei modelli su cui fare i conti dei lavori da fare. Compito di diffondere questi progetti “timone” spetterà agli amministratori d’immobili che hanno sottoscritto il documento e che, nel corso delle assemblee condominiali e gli incontri con i proprietari, faranno conoscere le relazioni tecniche assimilabili all’edificio in questione, con tabelle, costi d'intervento e vantaggi sui costi di riscaldamento e gestione.

Riqualificare l’alloggio. «Gli interventi di riqualificazione - è stato spiegato ieri dai firmatari del Protocollo - più che una spesa sono un vero e proprio investimento, capace di rivalutare un immobile anche del 33% e di fatto quasi azzerando il rapporto spesa sostenuta e rivalutando il valore dell’immobile sul mercato». Inoltre, l’ammodernamento del sistema edilizio in generale sarebbe in grado di «generare un’importante ripresa» del settore edile non a fronte di nuove costruzioni in una regione già fin “costruita” come il Veneto, che a catena coinvolgerebbe tanti altri settori economici, rilanciando di fatto l’economia con interventi che darebbero inevitabili benefici riguardo i costi energetici e d’impatto ambientale.

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