Un pacchetto di nove richieste per riparare i disagi del Mose
CHIOGGIA. Mercato ittico, scavo dei canali del porto, sabbiadotto e percorso ciclabile da Venezia al Delta del Po. Queste alcune delle richieste che l’amministrazione Ferro ha inviato al Consorzio Venezia Nuova come opere di compensazione per i disagi patiti dal territorio con il cantiere del Mose, previsti dal Piano Europa. Nove richieste, per decine di milioni di euro, su cui il sindaco Alessandro Ferro spera di trovare piena accoglienza. L’elenco è frutto di una relazione tecnica elaborata dal dirigente dei Lavori pubblici Stefano Penzo in collaborazione col dirigente di Urbanista Gianni Favaretto, illustrata a tutte le forze politiche della città in un incontro della scorsa settimana.
«La realizzazione del Mose», spiega il sindaco, «ha incontrato resistenze da parte di istituzioni, comunità lagunari e ambientalisti e ha modificato in misura significativa l’ecosistema lagunare e lo scenario naturale di riferimento per il mondo della pesca. Per molto tempo cittadini e turisti non hanno potuto usufruire più di uno dei punti più belli, la diga vicina al Forte San Felice. Per queste ragioni ambientali, economiche e sociali crediamo che siano necessarie misure intese a “mitigare” e “compensare” l’area lagunare oggetto dei lavori». Nel documento inviato al Consorzio si elencano nel dettaglio e con motivazioni nove richieste. In primis un itinerario ciclabile che colleghi Cavallino Treporti al Delta del Po, passando per Lido di Venezia, isola di Pellestrina, oasi di Ca’ Roman e Chioggia, sfruttando i cassoni delle paratie. Si chiede poi il ripascimento strutturale con un sabbiadotto delle spiagge di Sottomarina e Isola Verde e una concreta risposta al problema del proliferare delle alghe con il completamento delle opere di vivificazione e riqualificazione ambientale del bacino del Lusenzo e la realizzazione di percorsi ciclopedonali di collegamento al centro storico di Chioggia. «Non di minor importanza», spiega Ferro, «è la realizzazione del nuovo mercato ittico. Visto che sarà necessario un escavo di 200 mila metri cubi di sedimenti, dovuto al dragaggio dei fondali del Lusenzo, gli stessi sedimenti scavati potrebbero essere utilizzati per bonificare o ricavare spazi per la costruzione del nuovo mercato. Abbiamo pensato anche all’area contigua al Forte dove, oltre alla realizzazione di un punto di sosta e di ristoro per la mobilità lenta, andrebbe riqualificato il percorso lungo la diga e ridimensionato l’edificio denominato “Bitta” per garantire un’equilibrata percezione del paesaggio tra mare e laguna».
Altro intervento essenziale per la città è lo scavo dei canali fino al porto, canali che si sono progressivamente insabbiati, con riduzione del pescaggio, anche a causa dei lavori. «Il sopralluogo sul posto di poche settimane fa», precisa il sindaco, «ci ha fatto rendere conto dell’impatto del Mose nell’ambiente e di quanto siano necessarie delle opere di mitigazione che sulla carta possono sembrare secondarie, ma che in realtà risultano indispensabili. Il nostro impegno sarà fare in modo che vengano portate a termine tutte».
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