Un ospedale unico di rete con due sedi
DOLO. Ora è nero su bianco. Ieri la quinta commissione consiliare per la Sanità della Regione o ha espresso parere favorevole al documento della giunta di revisione delle schede ospedaliere dell’Asl 13 degli ospedali di Dolo e Mirano e la configurazione degli stessi come ospedali di rete. L’accorpamento fra reparti è stato bloccato. È stato sconfessata in toto l’azione dell’ex direttore generale dell’Asl 13 Gino Gumirato: la creazione di un polo medico a Dolo e uno chirurgico a Mirano. Resteranno a Dolo così con operatività continua 24 ore su 24 Chirurgia e non saranno trasferiti a Mirano i reparti di Urologia e Ortopedia.
Bloccato anche il trasferimento da Mirano a Dolo di Oncologia, Medicina e Neurologia. Sono state respinte invece le richieste di nuovi primari per Pronto Soccorso, Rianimazione e Radiologia dell’ospedale di Dolo. L’assessore Colletto alle richieste dei gruppi consiliari ha risposto picche, spiegando che in base alla legge del luglio 2015 i primariati sono stati assegnati tutti, considerando il criterio previsto e cioè un apicalità ogni 17,5 posti letto. La commissione consiliare ha poi ribadito che la riabilitazione cardiochirurgica avverrà all’ospedale di Mirano e che le attività previste in week (settimana) e day surgery (chirurgia di un giorno), lavoreranno in sinergia con il servizio 24 ore su 24. Grande la soddisfazione da parte del consigliere regionale Franco Ferrari del gruppo di Alessandra Moretti che, già 20 giorni fa aveva già anticipato il risultato dei lavori e il tracciato del “nuovo percorso per l’ospedale di Dolo” «Con questa decisione», chiosa Ferrari, «si punta a un presidio ospedaliero unico di rete su due sedi: Dolo e Mirano, recuperando le eccellenze presenti a Dolo e si riprende a parlare nuovamente di sanità (con la S maiuscola) a Dolo e in Riviera. Ho lavorato ritenendo che il tema della difesa dell’ospedale di Dolo e della “salute dei cittadini” fosse prioritario, al di là delle appartenenze politiche». Per Ferrari comunque diverse cose restano ancora da fare e su questi non mancano le richieste.
«Va valutata», continua, «subito l’opportunità di una revisione e verifica del costo complessivo del progetto per la messa in sicurezza delle opere previste all’ospedale di Dolo».
Soddisfatto del risultato, il sindaco di Camponogara Giampietro Menin che si era fatto capofila all’epoca dell’ex direttore generale Gumirato del malcontento dei primi cittadini della Riviera sfociato in manifestazioni pubbliche a difesa dell’ospedale di Dolo a cui avevano partecipato tanti primi cittadini. «Si è trattato», dice Menin, «di un buon risultato. Ora, in attesa della riorganizzazione legata alla realizzazione dell’azienda Zero, non bisogna abbassare la guardia».
«Abbiamo accolto e condiviso le richieste dei sindaci di Miranese e Riviera per modificare le dotazioni negli ospedali di Dolo, Mirano e Noale», afferma il consigliere regionale della Lega Alberto Semenzato che sottolinea tra le modifiche più significative quelle che riguardano la riabilitazione cardiologica di area vasta all’ospedale di Mirano e il mantenimento della Chirurgia generale con week-surgery, l’Ortopedia, traumatologia e l’area di Urologia a Dolo, con l’adeguamento dei posti di terapia intensiva. La commissione ha invece respinto un emendamento presentato dal gruppo “Il Veneto del fare” che prevedeva ulteriori nuove tre apicalità negli ospedali dell’Asl 13, perché la richiesta superava il numero consentito dalla normativa. «Era doveroso ridare serenità e consentire un miglior servizio ai cittadini che si rivolgono ai nostri ospedali», aggiunge Semenzato, «in un momento in cui invece il Governo continua a tagliare i fondi per la sanità anche alle Regioni virtuose come il Veneto».
Alessandro Abbadir
Filippo De Gaspari
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