Un neonato su due è straniero Marghera quartiere multietnico

I residenti di varie nazionalità sono il 20 per cento del totale, i bengalesi la comunità più numerosa Don Nandino: «Dati beneauguranti». Selva Volpi: «La brutta copia delle banlieu parigine»
Di Massimo Tonizzo

MARGHERA. Il quartiere di Marghera si conferma, secondo i dati del 2014, il più multietnico della città, con percentuali altissime di presenze straniere, che raggiungono addirittura la parità se si tiene conto solo dei neonati dell’ultimo anno.

Dati che fanno riflettere sul futuro stesso della città intera e che portano a considerazioni ben diverse le varie realtà sociali e politiche della municipalità, tra chi inneggia a Marghera come area privilegiata per una positiva sperimentazione di coesione tra varie realtà, e chi invece teme l’effetto banlieue parigina.

I dati forniti dal comune di Venezia relativi all’anno 2014 sulla presenza delle comunità straniere in città parlano chiaro: a Marghera ormai un abitante su cinque non è italiano. Su 28.503 residenti, sono 5.896 (il 20,68%) gli stranieri, record assoluto sia come numero di presenze che in percentuale. La comunità più numerosa è quella del Bangladesh, con 1434 abitanti. Seguono rumeni, moldavi, cinesi, macedoni, albanesi e senegalesi, per terminare con una piccola comunità di 126 filippini e 125 kossovari.

Ma il dato più clamoroso riguarda le nuove nascite: su 213 nuovi nati nel 2014, gli italiani sono stati 114, gli stranieri 99, pari al 46,48%. Nello specifico, Marghera ha visto 31 nuovi nati del Bangladesh, 12 romeni, 10 cinesi, 8 macedoni, 7 moldavi e 5 ucraini, con una percentuale salita in un solo anno di quasi sei punti.

«Questi dati sono benauguranti», commenta don Nandino Capovilla, parroco della Cita a Marghera e da sempre impegnato nel settore dell’immigrazione e dell’integrazione, «perché Marghera può essere considerato un laboratorio positivo per far capire alla gente quale potrà essere il futuro di un mondo multietnico e multiculturale, in grado di comprendere le differenze ma anche di formare una comunità unica e positiva».

Di altro avviso, invece, è Andrea Selva Volpi di Fratelli d’Italia: «Forse è il caso di esaminare meglio questi dati prima di lasciarsi andare a facili entusiasmi. Se Marghera ha il primato dell'immigrazione, forse non sono tutte rose e fiori. Noi guardiamo con preoccupazione a questi dati, che sono indice di una rapidissima crescita dell'immigrazione, per lo più incontrollata, merito anche delle scarse politiche di contrasto all'immigrazione dei recenti governi. Questi dati significano che a Marghera si stanno creando le condizioni per creare una brutta copia delle banlieue parigine, con tutto ciò che ne deriva. Il problema infatti è che molti dei nuovi arrivati tendono a creare delle loro comunità indipendenti e non sono affatto integrati nel tessuto locale. Pertanto usufruiscono dei nostri servizi sociali e dei nostri contributi, spesso scavalcando nelle graduatorie i nostri anziani e le nostre famiglie bisognose, non contribuendo però minimamente alla vita sociale cittadina. Concludendo, benvenuti quanti sono in Italia per rispettare le nostre regole, per chi non si adegua invece siamo per il pugno di ferro e per l'immediata espulsione».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia