Un murale per il patronato, la street art colora la città

La parrocchia di San Giuseppe in viale San Marco si affida all’artista Manucomix per regalare immagini e colori. Don Bonazza: «Lo fa gratuitamente, un sogno che è realtà»
Foto Agenzia Candussi / Chiarin / MESTRE VIALE SAN MARCO / MESTRE MURALES PATRONATO CHIESA DI SAN GIUSEPPE. IN FOTO IL MURALES.
Foto Agenzia Candussi / Chiarin / MESTRE VIALE SAN MARCO / MESTRE MURALES PATRONATO CHIESA DI SAN GIUSEPPE. IN FOTO IL MURALES.

MESTRE. I murales continuano, senza clamore, a colorare Mestre. L’ultimo, in ordine di tempo, è apparso sulla facciata del patronato della chiesa di San Giuseppe, in viale San Marco. Occupa in verticale la facciata di dieci metri dell’edificio del patronato che si affaccia sulla strada.

Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, via Costa, centro civico Altobello/ Inaugurazione del murales dedicato a Elena Lucrezia Corner Piscopia realizzato dall'artista Zed1
Foto Agenzia Candussi/ Chiarin/ Mestre, via Costa, centro civico Altobello/ Inaugurazione del murales dedicato a Elena Lucrezia Corner Piscopia realizzato dall'artista Zed1

Una grande mongolfiera che vola per prendere possesso del cielo, con colori brillanti, disegnata dall’artista di street art Manucomix (all’anagrafe Manuele Boscolo), con il supporto di Angelo. «Un piccolo sogno è diventato realtà», spiega sul foglio parrocchiale don Natalino Bonazza che ha supervisionato i lavori in queste settimane da committente. «Un lavoro gratuito, sia dell’artista che per la posa dei ponteggi, per realizzare una immagine simbolo: così grande e piena di energia può andare sempre più in alto e far vedere orizzonti nuovi. Così vuol essere il patronato», dice il parroco, spiegando ai suoi fedeli il senso di questa operazione di street art, la prima in una parrocchia di Mestre.

Foto Agenzia Candussi/Furlan/Via Sernaglia, Mestre / Esterni cinema dante murales finito
Foto Agenzia Candussi/Furlan/Via Sernaglia, Mestre / Esterni cinema dante murales finito


Una mongolfiera colorata come i palloncini che ogni anno, i bambini della parrocchia lanciano in cielo nel “ Patrobaby”, iniziativa di festa in cui si consegnano al cielo dei messaggi legati ai palloni e che arrivano lontano. «Quest’anno hanno risposto dal Tirolo», racconta don Bonazza nella sua lettera ai parrocchiani.

La voglia di colorare la città ha radici lontane a Mestre.

Basta pensare al murale della “stassionetta” di Marghera oppure al muro che percorre la ciclabile della Castellana dai Quattro Cantoni alla Cipressina, dipinto con scene che tolgono spazio al grigio di tanta architettura mestrina.

Di recente esempi di rigenerazione urbana attraverso i murales si sono visti in via Sernaglia, con l’intonaco dei cinema Dante completamente colorato di giallo con figure antropomorfe (produzione del team torinese di Guerrilla Spam, vincitori di un concorso indetto dall’associazione Urban Rise che punta proprio su queste azioni artistiche per una opera di rigenerazione urbana a Mestre) oppure ancora l’azione dei privati costruttori dell’ostello Anda (del gruppo veneziano Plaza) che ha fatto dipingere la facciata esterna tra le case di via Ortigara agli artisti Peeta e Joys che hanno anche dipinto il vano scale interno ai vari piani della struttura alberghiera. Anche il Comune ha lavorato con la street art: ad Altobello il centro civico nell’ex scuola Pellico è abbellito dal murale dedicato ad Elena Lucrezia Corner Piscopia e realizzato dall'artista Zed1. O quelli realizzati per il liceo Stefanini e il Volta.

Ora alla street art si affida anche un parroco di un quartiere che attende un rilancio vero, per rendere riconoscibile da lontano il patronato, riempiendo di colore lo spazio attorno, quello che si affaccia sul quartiere Aretusa. Un modo per promuovere una struttura parrocchiale ma anche per regalare una vista migliore a chi vive in un quartiere che è poco lontano dal centro ma che talvolta si scambia per una periferia, che attende da novembre imponenti lavori di ristrutturazioni fognarie e aspetta da vent’anni la bonifica dei giardini condominiali inquinati dai rifiuti industriali.

E mentre si avvicina l’inaugurazione del distretto m9, con le sue piastrelle colorate, le pareti cieche dei palazzi attorno, privati e di aziende, sembrano perfette per ospitare nuovi esempi di arte e colore che abbellisce il territorio.


 

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia