Un milione ai pensionati, ma non lo sanno
Con una pensione inferiore ai 750 euro al mese per un anziano, bisognoso di assistenza, è difficile e drammatico ad arrivare a fine mese. Eppure molti dei circa 110 mila pensionati in queste condizioni, residenti nel Veneziano, potrebbero rimpinguare la pensione mensile con le “prestazioni aggiuntive” – arretrati compresi – che l’Inps paga agli aventi diritto, purché presentino una specifica domanda. Ed è proprio questo il punto, i pensionati non vengono messi al corrente puntualmente delle prestazioni a cui avrebbero diritto.
Per questo il sindacato dei pensionati della Cgil veneziana ha avviato una campagna tra i suoi iscritti per recuperare i “diritti inespressi”, ovvero verificare pensionato per pensionato, la sua situazione e presentare le relative domande per le prestazioni aggiuntive che gli spettano e, nel caso in cui esistono i presupposti, recuperare gli arretrati degli ultimi cinque anni, come prevedono le norme vigenti in proposito. «Dei 243 mila pensionati esistenti a Venezia e nei comuni della Città metropolitana», hanno spiegato ieri Angiola Tiboni, segretaria regionale dello Spi e Piergiorgio Carrer dello Spi veneziano, «ben il 47 % ha una pensione inferiore ai 750 euro e, quindi, avrebbe diritto a prestazioni aggiuntive come l’integrazione a pensioni inferiori ai 502 euro mensili, l’assegno sociale che spetta agli ultra 65enni con un reddito complessivo inferiore ai 5 mila euro e ancora, maggiorazioni varie, la 14ª mensilità, l’assistenza per invalidi civili e inabili al lavoro e l’assegno di nucleo familiare».
I dirigenti dello Spi-Cgil hanno spiegato di aver avviato - attraverso il patronato Inca e una tansk force di 60 persone debitamente formate - la campagna per recuperare i “diritti inespressi” da due mesi, consultando 2.400 pensionati più anziani e iscritti al loro sindacato, scoprendo che ben 417 di loro (28%) aveva diritto /ma non aveva mai presentato domanda) a prestazioni aggiuntive che in media comportano un aumento da 30 a 120 euro mensili e un recupero di arretrati dai 1.500 ai 6.000 euro. Ci sono perfino casi, come quelli di un 83enne con un figlio invalido al 100% che grazie alle verifiche fatte dallo Spi ha recuperato un aumento di 168 euro al mese e oltre 13mila euro di arretrati.
«Si tratta», hanno spiegato Tiboni e Carrer, «di un recupero di cifre considerevoli, se solo si tiene conto che si riferiscono a pensioni 6-7.000 euro annuali. Proiettando gli arretrati che saranno recuperati per i primi 400 casi già individuati, ipotizzando prudenzialmente una media di 2.800 euro per ricostituzione, si arriva a oltre un milione di euro che la nostra iniziativa permette di far recuperare ai pensionati». Il segretario generale della Cgil veneziana, presente ieri, ha colto l’occasione per ribadire «l’ingiusto taglio dei contributi statali ai patronati che sono sempre più caricati di servizi da offrire gratuitamente ai pensionati, poichè l’Inps non è più in grado di garantire».
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