Un mare pieno di plastica l’indagine delle “Sentinelle”

Il progetto di Confcommercio e Università di Bologna nei fondali di Sottomarina Eraclea e Bibione con i dati raccolti dai sub. Astici, paguri e spugne sui fondali
c.a Coltro Vt109A Tegnue 1
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SOTTOMARINA. Tanti pesci, ma anche tanta plastica. Il dato fortemente preoccupante emerge dalla chiusura della campagna “Sentinelle del mare 2019”, realizzata da UnionMare nei litorali di Bibione, Eraclea e Sottomarina. Il progetto, promosso da Confcommercio e realizzato in collaborazione con l’Università di Bologna, da tre anni permette di fare informazione e formazione tra residenti e turisti sulla qualità delle acque e dei litorali, la flora e la fauna. A Chioggia, come a Eraclea e Bibione, il mare si conferma ricco di pesci, ma anche pieno di rifiuti, soprattutto in plastica.

Le Sentinelle del mare, guidate da biologi, esistono da tre anni, ma nel Veneto sono sbarcate per la prima volta quest’anno e UnionMare ha voluto non fermarsi a una singola località, ma toccare tre punti della costa per avere più riscontri.

«Abbiamo scelto Bibione, Eraclea e Sottomarina per avere un ventaglio di scenari per indagare la biodiversità», spiega il presidente di UnionMare del Veneto, Alessandro Berton, «la nostra biologa ha incontrato residenti e turisti, bagnanti normali e sub e a ciascuno ha posto un questionario per capire cosa abbiano incontrato nei loro tuffi o nelle loro immersioni. Oltre a indicare le specie che si sono viste e con che frequenza, si chiedevano suggerimenti e qualsiasi curiosità. I dati vengono poi studiati dall’Università di Bologna, per i rilievi scientifici, ma a noi interessa la possibilità di fare informazione e l’approccio positivo che ci hanno dimostrato i bagnanti».

Il progetto è patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione. A Sottomarina l’esperimento si è svolto agli stabilimenti Hardy e Canarin coinvolgendo un centinaio di persone, altrettante nei giorni precedenti a Bibione e Eraclea. «Il nostro primo obiettivo è il monitoraggio della biodiversità marina», spiega la biologa Arianna Antezza che ha coordinato il progetto, «bagnanti e sub ci hanno confermato una presenza massiccia di granchi e molluschi anche nei primi metri di mare, mentre i sub, ad esempio nell’area protetta delle Tegnùe, hanno incontrato astici, paguri e spugne in abbondanza. Purtroppo il dato da tutti segnalato è la presenza di plastica che sta soffocando i nostri mari».

Alla presentazione sono intervenuti i rappresentati di Segear Fabrizio Boscolo, Cisa Camping Luciano Serafini, gli assessori comunali Marco Veronese, Genny Cavazzana e Luciano Frizziero, il presidente dell’associazione Tegnùe onlus Piero Mescalchin, che ha confermato quanto ci sia necessità di far conoscere i tesori del mare e l’importanza della sua salvaguardia. «L’acqua torbida non è sinonimo di inquinamento», spiega Mescalchin, «quel torbido nasconde il nutrimento per tante specie. In acque cristalline spesso non si vede un pesce nemmeno col binocolo». —


 

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