Un gruppo di ultras biancocelesti picchiano il sindaco del paese avversario

Botte e pugni dopo la gara pareggiata con il Teglio. Un gruppo di "Caimani" biancocelesti ha aggredito Andrea Tamai. E' il secondo episodio di cronaca nera che vede coinvolti i tifosi sandonatesi in poche settimane
Lo stadio di Teglio Veneto dove è avvenuta l'aggressione
Lo stadio di Teglio Veneto dove è avvenuta l'aggressione

TEGLIO VENETO. Assurdo episodio domenica pomeriggio al termine della semifinale di coppa Veneto di Terza categoria tra Teglio Veneto e San Donà. Il sindaco di Teglio Andrea Tamai e il consigliere comunale Alessandro Zanon, rispettivamente già presidente e giocatore della squadra di calcio tegliese, sono stati circondati da un manipolo di ultrà del San Donà, dopo che la squadra sandonatese era stata eliminata dalla competizione. Tamai è stato raggiunto da un pugno al volto, ma non è ricorso alle cure mediche. Il sindaco però il giorno dopo, cioè ieri mattina, si è recato accompagnato da Zanon al commissariato di polizia di Portogruaro, ma non ha denunciato alcuno. Si è limitato a informare la polizia dei fatti accaduti, dal suo punto di vista, rendendosi disponibile a riconoscere la persona che lo avrebbe aggredito. Indignato il presidente del Teglio Veneto, Ennio Colussi; sorpreso, e di gran lunga, quello del San Donà, Daniele Dorigo, all'oscuro (incredibilmente verrebbe da dire) di quanto accaduto. Quella di domenica è stata la giornata più drammatica della storia recente del calcio dilettantistico del portogruarese. Era appena terminata la partita. Il San Donà era obbligato a vincere. Infatti nella gara d'andata il Teglio aveva vinto 3-2, gli bastava il pari per guadagnare la finale della coppa Veneto di Terza categoria girone sandonatese, che disputerà col Millepertiche. La partita è finita 2-2. Un gruppo di sedicenti tifosi ultras del San Donà (i vecchi Caimani del Piave della gloriosa epoca del San Donà in C1 e C2 erano un'altra cosa), si sono avvicinati alla sede degli spogliatoi, una specie di club house. Hanno cominciato a sfogare la loro delusione, battendo pugni sui vetri esterni. “A quel punto io e Alessandro Zanon ci siamo sentiti in dovere di intervenire – ha raccontato, sconvolto, il sindaco Andrea Tamai – la struttura infatti è comunale, e temevamo dei danni. C'è stato un momento di forte tensione”. Secondo quanto ha raccontato Tamai agli agenti di polizia portogruaresi una decina di ultrà ha circondato lui stesso e il consigliere comunale Zanon. Tamai e Zanon sono stati spintonati. Da brividi il racconto di Tamai. “Alcuni dei ragazzi erano a volto coperto, indossavano le sciarpe. Poi c'era un giovane, avrà avuto non più di 25 anni, robusto e con la barba, che mi ha mollato un cazzotto, colpendomi allo zigomo sinistro”. Poi la situazione si è tranquillizzata, ma il danno era stato fatto. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della compagnia di Portogruaro e la Polstrada, per verificare il motivo della chiamata al 112. Tamai si è ripromesso allora di presentarsi alla polizia e lo ha fatto. “So riconoscere – conclude – chi mi ha tirato il pugno, osso denunciarlo”. I sedicenti tifosi rischiano come minimo un daspo di tre anni. Si indaga. Indignato il presidente del Teglio veneto, Ennio Colussi. “Queste cose non possono succedere. E' una vergogna”. Sorpreso, ma è in assoluta buona fede, il presidente del San Donà, Daniele Dorigo. “Non so cosa dire - racconta – io dopo la gara sono andato via e nessuno mi ha informato di nulla”. Prima di esprimere un giudizio il presidente biancoceleste vuole sapere come sono andate le cose, ed è giusto. Ma è la seconda volta che gli ultras del San Donà sono coinvolti in una faccenda poco chiara. Qualche mese fa c'era stato un preoccupante precedente a Treviso.

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