Un fondo del Patriarcato per le emergenze abitative
Anche il Patriarcato è pronto a entrare in azione per mettere a disposizione un apposito fondo da destinare all’emergenza abitativa.
Proprio oggi sarà sottoscritto in Prefettura un accordo di questo tipo che è integrativo al Protocollo d’intesa sulle misure straordinarie di intervento per la riduzione del fenomeno della morosità incolpevole che sarà firmato sempre a Ca’ Corner tra Tribunale Ordinario, Corte d’Appello, Comune di Venezia, Ordine degli Avvocati, sindacati e associazioni degli inquilini e dei proprietari.
Tutto nasce dalla consapevolezza diffusa che ci sono ormai centinaia di casi - in centro storico e a Mestre - di persone e famiglie che non sono più in grado di pagare gli affitti dei propri alloggi o i ratei dei mutui sottoscritti per l’acquisto, per la grave crisi economica di questi ultimi anni che ha colpito anche il nostro territorio e che ha visto molte persone perdere il lavoro o essere poste in cassa integrazione e trovarsi così, non per propria volontà ma per stato di necessità, nelle condizioni di non poter fare più fronte al pagamento degli affitti, con il rischio concreto di una valanga di sfratti. Di qui la necessità di un’azione comune tra tutti i soggetti interessati per cercare una graduazione nei pagamenti e anche nelle azioni giudiziarie conseguenti al mancato versamento degli affitti da parte dei proprietari, per cercare di arrivare a un graduale ritorno alla normalità.
È in questo quadro che si inserisce anche l’intervento del Patriarcato, sollecitato dal Sunia - il sindacato degli inquilini - del Veneto con una lettera inviata di recente al Vicario episcopale don Dino Pistolato, sottolineando proprio i rischi di disgregazione sociale e familiare collegati alla gestione sempre più difficile del problema casa.
Un appello che non è rimasto inascoltato, perché il Patriarcato – che pure non naviga nell’oro - ha deciso appunto di stanziare un fondo, per ora annuale, che servirà appunto al sostegno dei casi più gravi di morosità incolpevole.
Lo stesso Papa Francesco, del resto, non era rimasto insensibile di fronte alle segnalazione per lettera di alcuni casi particolarmente gravi sul piano sociale legati al problema casa e ad altre situazioni di disagio segnalate per lettera e relative all’area veneziana, inviando alcuni assegni da 200 euro - come ricorda lo stesso Sunia - proprio per alleviare almeno in parte i problemi di nuclei familiari o di singole persone. Si tratta ora - e anche questo potrebbe essere oggetto dell’accordo di oggi in Prefettura - di pensare ad affitti sociali, a canone ribassato per gli alloggi, che consentano almeno per il momento di fare fronte alla situazione, evitando un’ondata di sfratti.(e.t.)
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