«Un esposto in Procura per i lavori in Riviera»

È l’ipotesi avanzata da Coniglio, leader di Mestre Off Limits, contrario all’apertura del Marzenego che ha tolto posti auto: quattro candidati sindaco bocciano i lavori
Di Mitia Chiarin

«I nostri avvocati stanno lavorando ad un’ipotesi di esposto in Procura perché questo palazzo ha otto piani e va garantito l’accesso ai mezzi di soccorso: se aprono il cantiere come sarà possibile? E stiamo lavorando al ricorso al Tar». Fabrizio Coniglio di Mestre off Limits raggruppa in Riviera XX Settembre davanti al condominio Giardini, nella zona dove dovrebbe essere aperto il secondo tratto del Marzenego, una sessantina di cittadini della zona e quattro candidati sindaci, Davide Scano, Francesca Zaccariotto, Gian Angelo Bellati e Luigi Brugnaro. Felice Casson, atteso, non arriva.

Qualcuno storce il naso ma Coniglio rassicura che anche Casson è contro il progetto di riapertura del Marzenego: «Ha definito il canale una cloaca a cielo aperto», dice. E ribadisce il no al cantiere che ha aperto i battenti lunedì rivoluzionando la viabilità della zona e togliendo 60 posti auto. E ricorda che nel progetto esecutivo si parla di palazzi, come il Giardini, con fessurazioni che risalgono al terremoto del ’76 che potrebbero, ai piani alti, rischiare grosso. «Mestre merita democrazia: questo progetto lo contestiamo noi ma anche tutti i candidati sindaci.Invece i lavori non si fermano nonostante le raccolte firme».

Poi parla la Zaccariotto: «Mestre non si merita degrado e arretratezza». E propone la ricetta «della variante per modificare il progetto già aggiudicato garantendo lavoro alla ditta, spostandola su altri interventi». Davide Scano per garantire il coinvolgimento dei cittadini vuole «organizzare votazioni su temi e cantieri nei Municipi e nelle farmacie a costo zero e riducendo errori come questo». Luigi Brugnaro parla di un Comune con un bilancio disastroso e dove si vive nell’insicurezza ma «si aprono fossi senza soldi. È tempo di cambiare». E critica i centri sociali che hanno contestato Salvini. Bellati ringrazia e spiega che «occorre cambiare le cose e qui siamo tutti d’accordo. Io mi sono candidato per rabbia».

Sembrano quasi delle prove di coalizione. Ma a chiudere ci pensa la Zaccariotto con una battuta a Bellati: «Guarda che se parli così diventi leghista».

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