Un esercito di oltre 11 mila disoccupati
La crisi economica non dà tregua e sul mercato dell lavoro continua a imperversare il “buio” della recessione, con l’unica consolazione che i dati congiunturali, seppure ancora negativi, almeno non stanno peggiorando ulteriormente.
Un esercito di oltre 11 mila uomini e donne continua a cercare un posto di lavoro, a tempo determinato o indeterminato che sia, mentre quasi 2 mila lavoratori, già licenziati dalle aziende in crisi, restano inchiodati nelle “liste di mobilità” in attesa di una difficile ricollocazione. È questo il quadro della situazione del mercato del lavoro nella nostra provincia, disegnato dai dati elaborati dai Centri per l’Impiego veneziani.
Nei primi sei mesi di quest’anno nelle liste dei Centri per l’Impiego – che fanno capo all’assessorato al Lavoro della Provincia –, tra inoccupati (alla ricerca della loro prima occupazione) e disoccupati (coloro che hanno già avuto un posto di lavoro ma l’hanno perso) erano in totale 11.375, ovvero 450 in più dello stesso semestre del 2013 e 140 in meno che nel 2012. Si tratta di variazioni minime che continuano a confermare un deficit di posti di lavoro che dal 2009, quando c’erano quasi 2 mila iscritti in meno nelle liste di disoccupazione,
Dal 2009 ad oggi, invece, si è ridotto il numero dei lavoratori iscritti nelle liste di “mobilità” – dopo il licenziamento collettivo o individuale per la crisi dell’azienda in cui lavoravano – , scesi dal tetto massimo dei 5.991 del 2012 a meno del doppio nei primi 10 mesi e mezzo di quest’anno. Anche il numero delle procedure di crisi aziendale trattate negli uffici del lavoro della Provincia, si sono ridotte a 3 nei primi dieci mesi dell’anno in corso, a fronte delle 493 dell’anno scorso. Una riduzione, in questi casi, che però non indica – come spiegano i tecnici dei Centri per l’Impiego veneziani – «un’inversione della crisi iniziata nel 2008 a livello internazionale, ma piuttosto che il numero delle procedure di crisi aziendale si sta riducendo grazie, soprattutto, alla cessazione dell’attività delle aziende in gravissima crisi e, per quanto riguarda le “liste di mobilità”, al fatto che molti lavoratori sono usciti da queste liste dopo aver maturato la pensione o per decorrenza dei termini che garantiscono un reddito di circa 800 euro al mese per un minimo di un anno e un massimo di tre al lavoratore licenziato che può essere assunto da un’altra azienda con particolari “sconti” contributivi.
Del resto, la crisi continua a pesare su aziende e lavoratori non solo sulla nostra provincia ma anche nel resto del Veneto, come indicano i dati forniti dal bollettino trimestrale di novembre della “Bussola’” sul Mercato del lavoro nel Veneto, curato dall’Osservatorio & Ricerca dell’agenzia Veneto Lavoro. Nell’ultimo anno, infatti, sono stati persi in tutto il Veneto 8.900 posti di lavoro e le previsioni di crescita del Pil (prodotto interno lordo) di tutto il Veneto sono ancora in ribasso con uno striminzito +0,2% che non modifica la situazione di fondo che continua ad essere caratterizzata da una grave e lunga recessione economica che continua a mietere vittime tra imprenditori e lavoratori.
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