Un emporio provinciale per non sprecare il cibo
MIRANO. Pronto a partire in estate l’emporio provinciale per le eccedenze alimentari. Qui arriveranno tutto il cibo in eccesso da mense scolastiche e aziendali, ma anche supermercati e dagli stessi produttori di tutta la provincia che decideranno di metterli a disposizione, creando in questo modo un unico punto di stoccaggio e distribuzione provinciale.
Il progetto è ambizioso e sarà realizzato proprio nell’anno dell’Expo dedicato al cibo e allo spreco alimentare: l’obiettivo è catalogare i prodotti in arrivo e distribuirli alle persone bisognose del territorio, quelle che, soprattutto dopo la crisi, faticano anche solo a comparsi da mangiare. L’emporio sarà ricavato all’interno di Villa Dissegna, un vecchio edificio situato in via Marconi. Qui a breve, entro un mese al massimo, inizieranno i lavori di predisposizione degli spazi, dove arriveranno interi carichi di cibo che altrimenti finirebbero nella spazzatura.
Non avanzi, ma alimenti che non è più possibile vendere o destinati ad andare distrutti. Si tratta perlopiù di beni non acquistati o consumati dai clienti e dalle persone per cui sono stati prodotti e per questo destinati a diventare spreco, oppure di confezioni sciupate esteriormente. Stoccati, divisi per categoria e quindi imballati, saranno invece destinati alle famiglie e ai cittadini segnalati dai servizi sociali di tutti i 44 comuni del veneziano. I lavori a Villa Dissegna saranno brevi: in poche settimane sarà sgomberato lo spazio esterno, dove arriveranno i carichi, poi gli interni, dove i locali saranno allestiti con frigoriferi e scaffali, diventando un grande magazzino di distribuzione. Il sindaco Maria Rosa Pavanello fissa i tempi: «Entro il 30 giugno l’emporio sarà operativo». Il progetto è possibile grazie a un finanziamento regionale di 60 mila euro: a realizzarlo concretamente sarà la cooperativa Gruppo Solidalia, che ha sede proprio in via Marconi. «L’obiettivo è anche quello di creare una rete tra associazioni per rispondere ai bisogni alimentari di chi è impossibilitato a provvedere da solo», spiegano da Solidalia, «per situazioni di bisogno, fragilità, debolezza o disagio familiare, fornendo direttamente l’alimento necessitato. L’idea è attivare un circuito virtuoso di flussi di beni e utilizzo di lavoro volontario o retribuito». Nell’emporio e nella logistica troveranno infatti impiego anche alcuni disoccupati o persone senza reddito.
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