Un distretto unico per l’Asl 10 Bramezza: «A misura di assistito»
Arriva il distretto unico, gli ex distretti 1 “Basso Piave” e 2 “Portogruarese” sono ora riuniti nel distretto socio sanitario unico. E si uniscono, come previsto nel piano socio sanitario regionale, la centrale operativa territoriale, la riorganizzazione della medicina generale in aggregazioni funzionali territoriali e in medicine di gruppo integrate, in fase di attivazione.
«Si tratta», spiega il direttore del sociale e dei servizi territoriali, Maria Carla Midena, «non solo di una riorganizzazione di tipo gestionale, ma anche di una rivisitazione dell’organizzazione della funzione distrettuale e quindi del territorio, la quale tiene conto dell’attuale quadro epidemiologico che delinea un progressivo aumento degli anziani, dei non autosufficienti, delle patologie croniche e dei pazienti con pluripatologie, e tiene conto anche del mutato quadro tecnologico assistenziale. Si va dal miglioramento della diagnostica all’implementazione dell’informatica. Il tutto per assicurare continuità di assistenza e di cure».
Una rivoluzione per la medicina sul territorio. «Il nuovo distretto è concepito per essere a misura di assistito», precisa il direttore generale, Carlo Bramezza, «esce da una dimensione gerarchica per erogare servizi in rete, tra ospedale, prevenzione e territorio, che devono rispondere ai singoli bisogni della persona. Sono stati infatti definiti nuovi percorsi diagnostici-terapeutici-assistenziali e rafforzato il sistema di accesso alle prestazioni per consentire un approccio che tenga conto anche della storia della persona».
Le sedi del nuovo distretto vengono comunque mantenute a livello di territorio, con le principali a Portogruaro, San Donà, Jesolo e le periferiche a San Michele al Tagliamento, Caorle, San Stino, Eraclea, Musile. (g.ca.)
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