Un condominio su quattro ha problemi di morosità

Il mancato pagamento delle spese comuni sta dilagando: interessati soprattutto gli edifici in città con il riscaldamento centralizzato. Decreti ingiuntivi raddoppiati
Di Simone Bianchi

Il mancato pagamento delle spese condominiali è ormai diventato uno dei principali problemi cui devono fare fronte gli amministratori. Le prime avvisaglie si sono avute nel 2007 con l’inizio della crisi economica, ma ora la questione sta assumendo connotati sempre più preoccupanti. Sono 160 gli amministratori condominiali iscritti all’Anaci provinciale, l’associazione nazionale che li rappresenta, e sono oltre 5 mila i condomìni che seguono e amministrano sul territorio veneziano. La morosità interessa quasi il 25 per cento degli edifici amministrati, una percentuale in continua crescita. «È uno dei temi caldi della nostra professione», sottolinea Sebastiano Barbassi, vicepresidente di Anaci Venezia e consigliere del medesimo organismo a livello regionale. «Quasi un condominio su quattro si trova in difficoltà perché non vengono pagate con regolarità le spese condominiali, e il ricorso ai decreti ingiuntivi è più che raddoppiato. Tanto che alcuni anni fa per ottenere la firma sul decreto da parte di un tribunale ci volevano un paio di mesi, ora si è passati a quattro».

Mancati pagamenti delle spese di riscaldamento, delle utenze e degli altri costi da affrontare in condominio. A volte basta anche solo un inquilino moroso a mandare in tilt il sistema con ritardi e il rischio che all’edificio vengano staccate luce, acqua o gas. Tutti fattori che finiscono con l’accentuare i contrasti tra vicini di pianerottolo. «L’inquilino moroso, generalmente e con più facilità, abita in condomìni con riscaldamento centralizzato in cui il cumulo di rate annuo supera i 2 mila euro», precisa Barbassi. «Inoltre l’obbligatorietà del conto corrente (oggi pignorabile in caso di morosità condominiale, ndr) e l’impossibilità di ricorso all’affidamento dello stesso, ha creato una sorta di solidarietà forzosa nei condomìni per cui, in presenza di morosi, tutti gli inquilini vengono danneggiati».

Sempre più frequente il caso di inquilini in regola che devono supplire economicamente per evitare sospensioni o azioni legali da parte dei fornitori, a chi non può, o non vuole, pagare. Oppure per poter semplicemente continuare ad avere un livello di servizi dignitoso. E in alcuni casi sono stati gli stessi amministratori ad anticipare le somme ed evitare il peggio alle famiglie, anche se questa cosa non gli spetterebbe. «Il mancato pagamento riguarda tutte le età, siano essi italiani o stranieri», aggiunge il vicepresidente di Anaci Venezia, «ma chi viene da altri Paesi, dove magari le spese condominiali neppure vengono contemplate, fa più fatica a inserirsi nel meccanismo. Si devono però registrare morosità sempre più persistenti anche in località balneari, dove è massiccia la presenza di seconde case. Ma a soffrirne maggiormente sono le città, dove i condomìni sono più vecchi e non hanno il riscaldamento autonomo. Un vero e proprio problema sociale che viene sottovalutato ma che vede in prima linea gli amministratori, sui quali, molte volte ed ingiustamente, vengono scaricate le tensioni interne che queste situazioni creano».

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