Un commissario e 72 milioni per la sicurezza di Marghera
VENEZIA. Settantadue milioni di euro e un commissario per completare i marginamenti dell’area inquinata di Marghera. Il Cipe li ha approvati il primo dicembre, pochi giorni dopo l’annuncio dato in laguna dall’ex premier Matteo Renzi con la firma del Patto per Venezia.
Adesso è il ministro per l’Ambiente Luca Galletti a tornare in laguna per firmare insieme al sindaco Luigi Brugnaro il protocollo d’intesa. Tre chilometri e mezzo che mancano per considerare efficace la protezione di quell’area e impedire lo sversamento in laguna dei veleni accumulati nei decenni dalle industrie di Marghera. «Lo aveva chiesto anche la commissione parlamentare di inchiesta sui siti inquinati», dice Galletti, «adesso si parte». Sorrisi e annunci operativi. «Anche se», avverte il ministro, «il fatto che ci siano i finanziamenti è solo la metà del lavoro. Adesso si tratta di spenderli quei soldi, e di non perdere altro tempo». Secondo Galletti il completamento della «muraglia» è «condizione essenziale per realizzare le bonifiche dell’area». Serviranno almeno altri 200 milioni di euro. «Le risorse ci sono», assicura il ministro, «e fare le bonifiche non significa soltanto evitare un pericolo ambientale per la collettività e mettere in sicurezza l’area. Ma anche rendere disponibile territorio per le nuove attività economiche. Evitando che il sindaco Brugnaro vada a edificare su nuovo suolo, con il consumo di nuovo territorio. L’ambiente non deve essere più un vincolo ma una grande occasione economica».
Sintonia quasi perfetta tra il sindaco Luigi Brugnaro e il ministro. Si erano conosciuti un anno fa, in occasione della visita di Hollande a palazzo Ducale. Esponente dell’Udc, il ministro arriva accompagnato dal suo staff e dall’assessore al Welfare della giunta Brugnaro, Simone Venturini.
La Lega e il leòn. Proprio mentre il leghista Giovanni Giusto se ne va infuriato dalla sala. «I nomi sulla sedia gli accrediti, ma basta! sbotta, «mi hanno detto che dovevo dirlo prima per farmi invitare. Ma scherziamo? Qui ci vuole un chiarimento». Al primo piano di Ca’ Farsetti il tavolo con i nomi degli ospiti, autorità, consiglieri e assessori sulle poltroncine. Si sta per cominciare. «Dove xé el leòn? Manca el leòn!», attacca il sindaco fermando i fotografi già pronti a immortalare il momento».
Il lavoro. Brugnaro ripete il suo mantra: «La salvaguardia dell’ambiente serve anche per attirare nuovi investitori e portare lavoro. Chi investe vuole avere tempi certi e risposte precise». Il ministro annuisce. «Sono d’accordo con il sindaco e ringrazio il Comune per il lavoro che è stato fatto in questi mesi. Quanto ai finanziamenti, i 72 milioni ci sono. Gli altri li troveremo. Io oggi ci metto la faccia».
I progetti. «I 72 milioni necessari per completare il marginamento di Marghera », ha spiegato la direttrice generale del ministero Gaia Checcucci, «sono stati messi a disposizione dal Fondo per la coesione territoriale 2014-2020 e approvati dal Cipe il 1 dicembre. Serviranno a colmare il «buco» di tre chilometri e mezzo, condizione essenziale per avviare la seconda fase delle bonifiche. Il 60 per cento del suolo e il 60 per cento delle falde hanno già un progetto pronto a essere attuato dopo questa prima fase obbligata».
Gli industriali. «Soddisfazione» è stata espressa da Confindustria Venezia, perché il Ministero ha recepito la posizione che stava loro a cuore: che i 72 milioni di risorse messe a disposizione fossero primariamente usati per completare i marginamenti per poi dare avvio alla bonifica della falda, che era l’impegno preso dallo Stato con le aziende che hanno transato».
Unesco. Si parla anche dell’incontro con l’Unesco della settimana scorsa. E della cosiddetta «Buffer zone», la zona cuscinetto per la protezione che l’Unesco ha chiesto di rivedere. «Il Comune di Venezia propone di includere diversi ambiti territoriali», dice Brugnaro, «dalla costa adriatica al Delta del Po, al Bacino scolante, fino alle Dolomiti, che sono a loro volta sito Unesco. Per me la Buffer zone dovrà essere l’intero bacino scolante. Solo puntando ad un progetto ecologicamente sostenibile a livello più ampio si potranno ottenere risultati».
Il traffico. «Noi facciamo azioni non dichiarazioni», dice sicuro Brugnaro. L’esempio, dice «è quello del traffico urbano e del Pm10. «Non chiudo un giorno il centro di Mestre alle auto. Che senso ha? Solo per avere un titolo sul giornale? Per limitare l’inquinamento occorrono provvedimenti strutturali. Stiamo lavorando con il ministero per avere l’autorizzazione alle colonnine per le auto elettriche».
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