Un chioggiotto indagato per gli affari del “Clan Catapano”

Luca Modenese finito nell’inchiesta che ha portato a 40 ordinanze di custodia. Evase tasse per 5,5 milioni
Militari della guardia di finanza mostrano le banconote, 10.600 euro in contanti, sequestrate nell'abitazione di un 25enne albanese, Milano, 10 novembre 2011. L'uomo sarebbe il presunto autore di un tentato omicidio nei confronti di un giovane albanese avvenuto nelle vicinanze del locale Cappados di Milano, la notte del 27 luglio scorso. ANSA/GUARDIA DI FINANZA MILANO
Militari della guardia di finanza mostrano le banconote, 10.600 euro in contanti, sequestrate nell'abitazione di un 25enne albanese, Milano, 10 novembre 2011. L'uomo sarebbe il presunto autore di un tentato omicidio nei confronti di un giovane albanese avvenuto nelle vicinanze del locale Cappados di Milano, la notte del 27 luglio scorso. ANSA/GUARDIA DI FINANZA MILANO

CHIOGGIA. Il clan Catapano aveva ideato un metodo fittizio per il salvataggio di aziende ormai decotte. In realtà, solo un sistema di malaffare funzionale a far piazza pulita di quanto di valore restava in quelle imprese, frodando lo Stato: dall’Erario agli enti previdenziali, dai fornitori rimasti a reclamare crediti mai saldati ai lavoratori dipendenti finiti sulla strada senza né contributi né liquidazione. E, più di qualche volta, lasciando a bocca asciutta gli stessi imprenditori senza scrupoli che, in crisi o sull’orlo del fallimento, pur di salvare se stessi avevano accettato di vendersi a malavitosi dai colletti bianchi. Sistema supercollaudato anche nel ricco Nordest. Giusto il 28 marzo dell’anno scorso in 14 del sodalizio criminale erano finiti in carcere. All’alba di ieri seconda ondata di arresti nell’ambito di un’inchiesta-bis che ha portato all’emissione di 40 ordinanze di custodia (9 persone in carcere, 13 agli arresti domiciliari, 18 destinatari di un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria), mentre in 27 risultano indagati in stato di libertà. A capo , i fratelli Carmine Vincenzo e Giuseppe Catapano - fondatori del marchio d’impresa che raggruppa una serie di società attive nel settore della finanza, della consulenza aziendale, dell’editoria, del merchant banking e dell’immobiliare - con il figlio Gerardo Antonio e poi professionisti come l'ex funzionario di banca pisano Alessandro Cassioli, il commercialista napoletano Luca Montanino, gli avvocati del foro di Napoli Elio Bonaiuto ed Eduardo Colicchio, l'ex poliziotto Bruno Rizzieri e il “funzionario” del clan Salvatore Onda. Fra le trenta aziende che hanno usufruito dei servizi offerti dal gruppo con sedi a Milano e Napoli, risultano la Aessse Immobiliare Edilcostruzioni srl e CM Servizi a Montagnana, poi diventate rispettivamente Telegraph Immobiliare srl e Telegraph Servizi srl con il trasferimento del domicilio legale a Castelvolturno; infine la CFC srl, con sede a Piove di Sacco . Sotto inchiesta sono finiti Franca Cavaggioni, 43 anni, e il marito Luca Miatton, 44, entrambi di Montagnana in via Luppia Alberi 154, con Luca Modenese, 48 di Sottomarina in via Atena 5. Nel biennio 2009-2011 le imprese decotte e “ristrutturate” hanno evaso tasse per 5,5 milioni di euro.

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