Un chilo di droga nascosto dietro le scuole

Intervento congiunto venerdì di polizia e vigili urbani al parco Albanese. Dall’inizio dell’anno già sequestrati cinque chili
Di Francesco Furlan

Un chilo di marijuana in piccoli sacchetti, nascosta dietro il liceo Bruno e la scuola elementare Virgilio, dentro buche profonde trenta centimetri scavate nel terreno. Gli spacciatori sanno che il parco Albanese alla Bissuola è osservato speciale da parte delle forze dell’ordine e così spostano i depositi all’esterno e sperando di riuscire a evitare i controlli.

Senza riuscirvi, però: con il sequestro di venerdì pomeriggio salgono a cinque i chili di droga sequestrati nelle operazioni di polizia e vigili urbani, in gran parte proprio al parco Albanese, ma anche in via Piave, via Monte San Michele e via Cappuccina, nella zona più vicina alla stazione ferroviaria. Venerdì a dare il via ai controlli sono state le telefonate di alcuni frequentatori del parco che segnalavano attività di spaccio nei pressi delle piramidi. L’intervento della squadra volanti, in supporto con i militari dei lagunari, ha permesso di individuare quattro persone, un 31enne della Sierra Leone, un 30enne della Nigeria, e due cittadini del Gambia di 28 e 29 anni. Il 31enne aveva poco più di mezzo grammo in tasca - motivo per cui è stato segnalato alla prefettura - uno dei due gambiani era destinatario di un provvedimento di carcerazione, mentre l’altro è tra gli spacciatori più noti del parco, già fermato otto volte (tre arrestato e cinque denunciato). E mentre la polizia provvedeva all’identificazione dei quattro, lagunari e vigili urbani, insieme a Kuma, davano la caccia alla droga, probabilmente nascosta da qualche parte del parco. Le testimonianze dei residenti - fondamentale la collaborazione dei cittadini - hanno portato Kuma all’esterno del parco, e in particolare dietro il liceo Bruno e dietro la scuola elementare Virgilio. I sacchetti erano nascosti in alcune buche scavate nel terreno, a una profondità di 20-30 centimetri. Droga fiutata da Kuma, per fortuna senza sorprese: in passato è capitato che gli spacciatori nascondessero una siringa per ferirlo. L’intervento è stato possibile grazie alla collaborazione tra questura, polizia locale e militari, con una modalità di intervento che le forze dell’ordine hanno intenzione di replicare in altre zone della città, come hanno spiegato ieri il capo di gabinetto della questura, Roberto della Rocca, e il comandante della polizia locale, Marco Agostini, con Giovanni Olmi, commissario capo delle volanti e Gianni Franzoi, responsabile Sicurezza urbana della polizia locale.

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