«Un anno per il padre del docente suicida»

MIRANO. Un anno di reclusione per stalking e diffamazione nei confronti di Claudia Berto, preside del liceo Majorana-Corner, oltre che per lesioni e resistenza a pubblico ufficiale nei confronti di due carabinieri che lo avevano arrestato in piazza a Mirano mentre stava manifestando e aveva reagito di fronte alla richiesta di desistere da parte degli stessi militari. Una pena con la concessione delle attenuanti generiche «tenuto conto del fatto che ha determinato il procedimento». Lo ha chiesto ieri pomeriggio il pubblico ministero Raffaele Incardona per Pierluigi Pasqualetto, padre di Leonardo, docente del liceo morto suicida a 35 anni nel 2011 dopo che era venuto alla luce la relazione con una studentessa. Da allora tutti i 10 del mese Pasqualetto si presenta davanti al cancello della scuola con i cartelli che ricordano il figlio, a suo dire un «morto sul lavoro» in una tragedia nella quale la preside avrebbe avuto un ruolo. Tanto che Pasqualetto in vari post su Facebook l’aveva definita tra l’altro «assassina» e «delinquente», oltre che «coinvolta in un complotto». Proprio questa continua pubblicazione di post avrebbe ingenerato nella dirigente uno stato di ansia. Così come la presenza dell’uomo fuori da scuola per cui Berto ha cambiato le sue abitudini, ad esempio chiedendo che qualcuno la accompagni all’ingresso e all’uscita.
«Mi rendo conto della drammaticità dell’evento per cui siamo qui, ma dobbiamo circoscrivere i fatti», ha chiarito il pm. Quanto alle frasi scritte sul social, per il sostituto procuratore «Sono espressioni altamente diffamatorie visibili a una pluralità di persone. Pasqualetto ha voluto colpire la preside non come pubblico ufficiale ma come persona fisica». Per il pm, «gli appostamenti non possono essere definiti sediziosi», ma lo stalking è configurabile per le espressioni sul social, al pari della diffamazione, veicolata anche attraverso il volantinaggio. Quanto a resistenza e lesioni, il rappresentante dell’accusa ha concluso che le accuse sono pienamente confermate.
L’avvocato Franca Tonello, che si è costituita parte civile per conto della preside, ha evidenziato come la morte di Leonardo risalga al 2011, «ma la prima querela è del 2014. Fino a quel momento la dirigente aveva sopportato. Ma nulla ferma Pasqualetto che aveva dichiarato di voler andare avanti “costi quel che costi”». Il legale ha evidenziato come la preside sia chiamata a tutelare i 1.200 studenti del liceo dinnanzi alle manifestazioni di Pasqualetto. Rassegnando le conclusioni ha chiesto l’applicazione di misure per proteggere la parte offesa e un risarcimento simbolico di 10mila euro. Ha parlato anche la difesa con l’avvocato Bruno Tegon: «Pasqualetto chiede di conoscere i fatti per capire se il suicidio del figlio fosse evitabile». Quanto all’arresto in piazza, l’ha definito «una retata studiata a freddo». La giudice Sara Natto ha rinviato le parti al 21 maggio per la sentenza.
Rubina Bon
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