Un amico ha incastrato gli accoltellatori
Caorle. Decisiva la sua testimonianza ai carabinieri. Oggi l’udienza di convalida per tentato omicidio di Cibin e Mazzarotto
CAORLE. “Traditi” e segnalati ai carabinieri. I due ventenni arrestati per l’accoltellamento di Umberto Cagiano sono stati incastrati da un comune amico. La sua è stata infatti testimonianza decisiva per la loro carcerazione. Oggi alle 9, in Procura in piazza Giustiniano a Pordenone, si saprà se i due ragazzi di Eraclea accusati di tentato omicio, Giulio Mazzarotto e Stefano Cibin, rimarranno in carcere per l’aggressione a Umberto Cagiano, il calciatore e dilettante di Caorle, raggiunto da 4 fendenti sabato all’alba. Trascorse le 48 ore dall’arresto questa mattina il pm di Pordenone, Pier Umberto Vallerin formulerà la sua richiesta. Il magistrato di Pordenone ha voluto dai carabinieri di Caorle, che in appena un’ora avevano rintracciato i presunti responsabili, una relazione dettagliata sull’accaduto.
Stando agli atti sembra che la posizione di Cibin sia quella più leggera, mentre Mazzarotto avrebbe sferrato le coltellate micidiali, due alla gamba e due dietro la schiena. È probabile che l’inesperienza dell’uso del coltello, da parte dell’autore, abbia evitato conseguenze più gravi per il ferito. Se avesse adoperato in maniera adeguata il polso, l’aggressore, girando il coltello conficcato nel corpo di almeno 180 gradi, avrebbe ucciso Cagiano recidendogli organi vitali.
La lama del coltello a serramanico ha sfiorato di pochi millimetri l’arteria femorale.
Umberto Cagiano aveva lui stesso domenica scherzato con i suoi amici che erano venuti a trovarlo in ospedale, sottolineando proprio questo, che se l’aggressore avesse saputo utilizzare il coltello molto probabilmente lui stesso sarebbe morto.
Intanto un’altra notizia filtra dalle indagini ed è importante. I carabinieri di Caorle hanno raccolto la testimonianza decisiva di un amico dei due arrestati: li avrebbe incolpati di essere gli autori della vile aggressione a Cagiano. Soprattutto, dopo questa testimonianza fornita da un giovane che evidentemente si è dissociato subito dalla condotta di Cibin e Mazzarotto, i carabinieri di Caorle sono andati a colpo sicuro. Hanno bussato alle porte delle abitazioni di Pontecrepaldo, dove Cibin e Mazzarotto stavano dormendo tranquillamente, come se nulla fosse accaduto in piazzale Olimpia visto che avevano riposto normalmente i loro vestiti sporchi del sangue di Cagiano, prima di infilarsi sotto le coperte. I carabinieri sostengono che comunque tutti erano sopra le righe per colpa dell’alcol, sia il gruppo di caorlotti che quello di Eraclea. E Cibin forse non si è nemmeno accorto che conosceva il giovane accoltellato. Se fosse stato lucido probabilmente non lo avrebbe nemmeno affrontato e tutto questo si sarebbe potuto evitare. Cibin e Cagiano infatti hanno giocato a calcio insieme e questo rende la vicenda ancora più dolorosa.
I calciatori del Caorle La Salute intanto hanno festeggiato la prima vittoria in campionato dedicandola a Umberto. Hanno realizzato un simpatico video dagli spogliatoi dove urlavano “Umberto alè, Umberto alè”. Un modo simpatico per augurare a Cagiano una pronta guarigione. Difficile possa ricevere per i prossimi mesi l’idoneità sportiva: la sua carriera è a rischio. Le sue condizioni poi sono in miglioramento e presto potrebbe lasciare l’unità di urologia dell’ospedale di Portogruaro, dove è ricoverato dalla terribile mattinata di sabato.
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