Umberto I, ex Cup sempre più blindato

Dopo le grate al pianterreno, installate a febbraio, nuovo intervento anti-intrusione al piano superiore dell’immobile
Di Mitia Chiarin ; di Mitia Chiarin
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, via Antonio da Mestre/ Graticole vengono affisse alle finestre dell'edificio sede dell'ex dispensario antitubercolare
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Mestre, via Antonio da Mestre/ Graticole vengono affisse alle finestre dell'edificio sede dell'ex dispensario antitubercolare

Elevatori e operai in azione ieri mattina attorno all’ex dispensario dell’Asl 12 all’inizio di via Antonio da Mestre per continuare anche al piano superiore l’opera di “blindatura” con reti metalliche dell’edificio che fa parte del compendio dell’ex ospedale Umberto I, anch’esso abbandonato dal 2008.

Una prima “blindatura” con reti risale allo scorso mese di febbraio, attuata dal Comune e dalla polizia municipale per impedire gli accessi nella palazzina chiusa. Ma, come era accaduto nei mesi scorsi anche in alcune delle zone non demolite dell’ex Umberto I, dove sono arrivate le ringhiere anti- intrusione termosaldate, anche all’ex dispensario si è tornati ad intervenire non solo al piano terra ma anche al piano superiore. Perché gli ingressi abusivi continuano.

La riprova è venuta da un recentissimo sopralluogo del servizio di sicurezza urbana della polizia municipale, nell’ambito dei controlli del progetto “Oculus” (che da alcuni anni tiene sotto controllo i tanti edifici abbandonati di Mestre e Marghera) e che ha portato a rinvenire all’interno dell’ex dispensario e ufficio Cup (Centro unico delle prenotazioni) di fronte al vecchio ospedale, otto giacigli precari e malandati in mezzo alle stagnole. Come fanno ad entrare nonostante le reti al piano terra? È stato facile, dicono gli abitanti della zona: gli sbandati sono saliti dal locale caldaia e sono riusciti ad aprirsi varchi per accedere al piano superiore.

È il segnale temuto: ovvero che ci sono persone che entrano nella struttura nonostante le recinzioni al piano terra posizionate da febbraio e che si tratta di sbandati e tossicodipendenti, in particolare maghrebini, spiegano dalla polizia locale, che vivono di piccoli furti di biciclette con cui si pagano le dosi di eroina necessarie visto il loro stato di dipendenza. Persone che si improvvisano anche piccoli spacciatori per garantirsi i soldi per comprarsi la dose di eroina di cui hanno bisogno tutti i giorni.

Dopo la scoperta dei giacigli, è scattata l’operazione di “blindatura” dell’edificio con nuove recinzioni posizionate alle finestre del piano superiore. Il via agli interventi ieri mattina con l’utilizzo di una gru con il cestello per la chiusura degli infissi del primo piano e un gruppo di operai inviati dal Comune, al lavoro per gran parte della giornata.

Del resto l’assessore comunale al Patrimonio Renato Boraso in una recente commissione sul caso dell’ex Umberto I aveva promesso che gli interventi anti-intrusione sarebbe proseguiti secondo necessità. Finora il Comune di Venezia ha speso una cifra attorno ai 50 mila euro per questi interventi che si rivelano però non risolutivi per evitare che gli edifici abbandonati dell’ex ospedale di Mestre vengano occupati da sbandati, tossicodipendenti o utilizzati dai pusher per occultare le dosi di stupefacente da vendere nel corso della giornata. I residenti della zona hanno segnalato anche la necessità di ripulire il giardino dai cespugli di erba alta per limitare la presenza di topi, avvistati in questi giorni di gran caldo.

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