Ultimo saluto a Giuseppina «Gioiosa servitrice di Dio»
Di fronte alla sfortunata morte di Giuseppina la congregazione dei testimoni di Geova si stringe, corale, attorno alla sua famiglia e ricorda la donna come uno straordinario esempio di servitrice di Dio.
C’era la comunità dei testimoni di Geova di Tolmezzo, assieme a molti fedeli provenienti da tutta la provincia, dal Friuli Venezia Giulia e dal Veneto, ma anche tanti altri amici a dare l’ultimo saluto a Giuseppina Dal Molin, la signora di 64 anni di Marghera investita giovedì vicino alla Sala del Regno dei Testimoni di Geova dove ieri si sono svolti i funerali. Investita da un Suv in retromarcia. Tante persone, di tutte le età, hanno voluto ieri portare il loro conforto al marito Renato, alle figlie Monica e Debora, ai generi Giancarlo e Giampaolo. Da Mestre sono partiti per partecipare al funerale circa venti testimoni di Geova, ai quali i vicini di casa via Zen, a Marghera, dove abitava la coppia fino a due mesi fa, hanno affidato biglietti di solidarietà da consegnare al marito.
Era presente anche il ragazzo proprietario dell’auto che ha travolto giovedì la donna. Di fronte a questa tragedia, «ci siamo tutti raccolti», ha spiegato Veno Canderan, referente dei testimoni di Geova della Provincia di Udine, «attorno alla famiglia, non c’è alcuna animosità. C’è un grande senso di sgomento di fronte a questa disgrazia che ha colpito la congregazione».
Il giovane, indagato per omicidio colposo, è testimone di Geova come pure sua madre, come la vittima, la figlia e l’altra signora ferita. Nella sala, molto sobria, è giunto pochi istanti prima della cerimonia il feretro, con un cuscino di fiori, sulle tinte delicate e solari del bianco, pesca e giallo, ben in sintonia con il ritratto che di Giuseppina ha fatto anche il responsabile dei testimoni di Geova di Tolmezzo, Giancarlo Di Giannantonio: «Una persona gioviale, sincera, con cui si stava bene, si sorrideva. Lei esprimeva gioia». Di Giannantonio ha ricordato il profondo amore che legava Giuseppina al marito, che le dedicava spesso delle poesie e con cui era sposata da 41 anni. Giuseppina è stata battezzata come testimone di Geova nel 1972 e da allora «è stata una zelante servitrice di Dio» e per diversi anni pioniera regolare. Da due mesi con il marito si era trasferita in Carnia, perché voleva vivere vicino alle figlie. Avevano così lasciato un po’ di vuoto nella congregazione di Marghera, lei e Renato, ma le doti tanto apprezzate là ora le ponevano al servizio della congregazione tolmezzina.
Di Giannantonio ha letto alcuni brani tratti dalla Bibbia, a cui Giuseppina ricorreva per confortare le persone in momenti simili, per infondere la speranza nella resurrezione. Proprio vicende come queste «inducono a riflettere», ha detto Di Giannantonio, «sull’incertezza della vita e su cosa basiamo le nostre prospettive», «sull’importanza di imperniare la nostra vita nel fare la volontà di Dio». La cerimonia si è conclusa con parole di speranza e con la commossa preghiera di Giancarlo, genero di Giuseppina. Poi la salma della donna è stata tumulata nel cimitero di Treppo Carnico, comune dove risiede la figlia Monica.
Tanja Ariis
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia