Ultimi giorni utili per vaccinarsi influenza in agguato
Nessuna ressa al pronto soccorso, nessun boom di visite per i medici di famiglia, ancora nessuna classe delle elementari “decimata” dalla malattia. Eppure l’apice dell’epidemia stagionale di influenza è ormai dietro l’angolo e chi ancora non ha provveduto a rafforzare il proprio sistema immunitario ha solo pochissime ore per correre ai ripari. Il proverbiale malanno invernale, infatti, sembra seguire lo schema più tradizionale di diffusione e, per la seconda metà di gennaio, dovrebbe raggiungere il suo culmine. Se però si considerano le tipiche due settimane di incubazione, è facile intuire perché, proprio in questi giorni, gli operatori sanitari dell’Ulss 12 insistano ancora di più su vaccini e profilassi. L’allarme, infatti, arriva dal dottor Luca Gino Sbrogiò, responsabile del dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria veneziana, che spiega: «La forma di influenza che ci ha colpiti quest’anno non presenta caratteristiche particolari rispetto al solito, ma non per questo va sottovalutata: in tutto il Veneto si contano già 30mila casi, questo significa che nella nostra area di competenza saranno all’incirca un migliaio i contagiati. Ma il peggio deve ancora venire».
Per ora non si registrano situazioni ingestibili negli ospedali di terraferma e laguna, ma è altrettanto vero che al momento solo il sessanta per cento della popolazione a rischio risulta vaccinata (una quota che si spiega anche con la non obbligatorietà della profilassi, ormai sospesa in Veneto): «Siamo leggermente al di sopra della media regionale, ma sono comunque numeri troppo bassi» ricorda Sbrogiò «Almeno i bambini, gli ultra 65enni e i pazienti patologici dovrebbero affrettarsi, visto che questi sono davvero gli ultimi giorni utili per il vaccino».
Già a fine dicembre il virus ha iniziato a costringere a letto i più piccoli e con il nuovo anno sarà la volta di adulti e anziani, ovviamente più resistenti grazie ai loro anticorpi “esperti”, ma non per questo invincibili. Per rallentare il contagio restano sempre valide le abitudini igieniche che si consigliano da anni: lavarsi sempre le mani, primo veicolo di diffusione di microbi e germi; starnutire in fazzoletti usa e getta o coperti dall'incavo del gomito piuttosto che dai palmi aperti (anche se, si sa, questa è un’abitudine culturalmente difficile da mandare giù in Italia). In caso di malattia, poi, è importante assumere molti liquidi e, soprattutto, curarsi in casa, senza scadere in gesti di inutile “eroismo”, che rischierebbero solo di diffondere ulteriormente l’influenza nelle scuole come negli uffici.
Giacomo Costa
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © La Nuova Venezia