Ultima pensata il pontile con targa e motore. Esposto sul caos delle rive

In rio degli Ormesini la passerella in legno “removibile” L’Ufficio spazi acquei: «Stiamo verificando la regolarità»

VENEZIA. Un pontile con targa e motore. Ultima trovata per beffare regolamenti e normative, peraltro spesso ignorate. Da qualche giorno è comparso in rio degli Ormesini a Cannaregio un pontile galleggiante davanti a una porta d’acqua.

A differenza dei numerosi casi segnalati negli ultimi giorni, il pontile è in legno – materiale consentito – e galleggiante. Per renderlo « removibile» è stato dotato anche di targa Lv e motorino fuoribordo. Ennesimo caso di un Far West che sta trasformando la città.

«Stiamo verificando», commentano imbarazzati all’Ufficio Spazi acquei del Comune, «a quanto risulta la concessione dello spazio acque è regolare, antistante due porte d’acqua. Il resto non sembra autorizzato». Una tecnica che ormai si va affinando.

In principio erano i due pali di ormeggio, con tavola di legno. Poi lo spazio davanti alla riva. Poi il pontile. Infine la passerella. Un modo per occupare spazio pubblico ad uso quasi sempre turistico. Un proliferare di passerelle in ferro e cemento oggetto anche di un esposto alla Soprintendenza e al Comune da parte del Comitato di cittadini per la città d’acqua.

«Segnaliamo interventi che sfregiano il paesaggio dei nostri canali», scrivono nell’esposto Pierandrea Gagliardi, Piero Dri, Michele De Col, Nicolò Zen, Federico Donato, e Nando Alberti, «e ne compromettono la viabilità». «Ultimamente, oltre all’occupazione delle rive», aggiungono. «sono apparse nuove tipologìe di passerelle permanenti, prolungamenti esterni di edifici che corrono lungo l’acqua. Una cosa mai vista. Se si creano precedenti, ci sarà un proliferare di richieste per questi manufatti».



Dito puntato su molti dei nuovi interventi segnalati dalla Nuova negli ultimi mesi. La passerella sul rio di San Vio, adiacente a palazzo Cini. Quella realizzata per una lunghezza di trenta metri sul muro dell’ex convento di Santa Caterina, a Mazzorbo dal nuovo proprietario. E, ancora, quella su cui si è riunito anche il Consiglio comunale del rio di Noale a Cannaregio.

Richiesta «in via provvisoria» come uscita di sicurezza. Un sopralluogo congiunto di Edilizia privata e Soprintendenza ha permesso di verificare alcuni abusi anche gravi, come l’uso di materiali non consentiti, la ringhiera i parapetti, i danni alla pietra d’Istria. Dunque sarà rimossa allo scadere del permesso «provvisorio», il 3 agosto.



C’è anche il caso, sollevato dal comitato, della passerella in legno dell’hotel Abbadessa a Cannaregio. Una riva pubblica occupata dalla nuova struttura a servizio dell’albergo e dei taxi che vanno a prendere i turisti in hotel «Ma le rive in questo modo vengono precluse all’uso pubblico, e sono una parte importante della vita della nostra città», insiste Gagliardi. Una battaglia che continua.

«Vogliamo un confronto con il Comune e la Soprintendenza», continua il protavoce del comitato rive, « queste trasformazioni stanno sfregiano la nostra città, e nessuno interviene».

Altro caso, in parte risolto, quello delle rive di accesso a via Garibaldi in rio dell’Arsenale, a Castello. Qui addirittura erano stati concessi dei posti barchi davanti all’ormeggio pubblico. Costringendo residenti e trasportatori ad acrobazie e fatiche doppie per sbarcare persone e merci.«Riprendiamoci le rive», la parola d’ordine del comitato.

Intanto in Comune si cerca di riprendere il filo di una matassa sempre più ingarbugliata. E di norme che consentono di essere aggirate, soprattutto da alberghi e affittacamere. —


 

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