Uffici postali chiusi, niente ricorso al Tar. Il Comune di Venezia: monitoreremo il servizio

Bocciata la proposta di intraprendere un’azione legale contro le Poste. La consigliera Sambo contro l’assessore Besio: «È una vergogna»

Mitia Chiarin
Una delle più recenti proteste contro la chiusura delle Poste
Una delle più recenti proteste contro la chiusura delle Poste

Scontro in consiglio comunale sulle chiusure di quattro uffici postali attuate da Poste italiane nel Comune di Venezia. Tutti i quattro sportelli, due a Marghera, quello di Trivignano e quello veneziano di Sant’Elena hanno chiuso dal 20 gennaio scorso, nonostante mesi di mobilitazione in città con un coinvolgimento trasversale a maggioranza e opposizione, a sostegno della protesta dei cittadini. Ora la politica cittadina torna ad avere visioni diverse.

Lo si è capito giovedì 13 marzo nel Question Time in consiglio comunale.

Monica Sambo, per il Partito Democratico, aveva portato in consiglio la richiesta di non abbandonare la protesta, con un ricorso al Tar dell’amministrazione comunale contro la decisione di Poste.

Una iniziativa analoga a quella assunta dal Comune di Torino che a fine dicembre ha ottenuto una prima sospensione del provvedimento di chiusura di 5 sportelli, inizialmente fino al 8 gennaio 2025. Ma poi il Tar piemontese aveva revocato la decisione.

Di fatto un ricorso infruttuoso ha fatto capire nella sua risposta l’assessore Laura Besio che ha seguito assieme al sindaco la vicenda. Per la Besio il ricorso al Tar a Torino si è risolto con un nulla di fatto.

Ma, come ha precisato la Sambo, se non è passata la sospensione d’urgenza delle chiusura, la discussione sul merito rimane in piedi presso il Tar piemontese.

«A dicembre avevamo presentato un’interrogazione al sindaco per chiedere che il Comune ricorresse al Tar contro la chiusura degli uffici postali di Marghera, di Trivignano e di Sant'Elena. L’assessora Besio ci ha risposto: il Comune ha deciso di non presentare alcun ricorso. In cambio, ha ottenuto dalle Poste un corso sulla digitalizzazione. Si tratta evidentemente di una presa in giro. Non si può pensare di sostituire un ufficio postale con un corso di formazione. I cittadini hanno perso un servizio essenziale e il Comune lo presenta come una vittoria. È scandaloso che l’amministrazione comunale non abbia voluto difendere un diritto fondamentale», ha protestato la consigliera comunale e segretaria del Partito Democratico cittadino.

Nel suo intervento l’assessore Besio ha precisato che l’amministrazione è stata fin dal primo momento al fianco dei cittadini nelle proteste e che ha avviato una interlocuzione con l’ad di Poste Italiane e con l’Agcom, riservandosi, ha spiegato l’assessora, anche la possibilità di svolgere un monitoraggio degli effetti delle chiusure dei quattro uffici postali, evidenziando - con l’aiuto anche della polizia locale, se necessario - disservizi e mancanze che potranno diventare un atto di contestazione ufficiale del Comune presso l’Agcom contro Poste.

Confermata, ha ribadito l’assessora, la disponibilità dell’azienda di tenere aperto il servizio Postamat a Trivignano. Ma, sostanzialmente, la giunta Brugnaro non sceglie la strada del sindaco torinese Lo Russo dello scontro legale.

E questo fa dire alla opposizione, con Monica Sambo, che «i cittadini hanno perso un servizio essenziale e il Comune lo presenta come una vittoria. È scandaloso che l’amministrazione comunale non abbia voluto difendere un diritto fondamentale».

Sambo ha reso noto, anche, che la stessa opposizione ha inviato una nota di protesta all’Agcom evidenziando «le peculiarità del territorio veneziano, che non può essere paragonato a nessun’altra realtà italiana. Purtroppo, ancora nessuna risposta».

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