Uffici, case e altri negozi al posto degli ex Cinema

Il Comune è pronto a perfezionare l’accordo del 2012 con la famiglia Furlan Ma non ha nessuna intenzione, come potrebbe, di comprare o affittare il Corso

VENEZIA. Uffici, appartamenti e negozi. La trasformazione d’uso è nell’orizzonte dell’ex cinema Excelsior di piazza Ferretto, chiuso da tempo, e del teatro Corso di Corso del Popolo. In un centro in cui si stanno moltiplicando gli spazi commerciali entrambi gli interventi dovranno sgomitare per cercare di trovare uno sbocco di mercato.

Galleria Barcella è ancora in parte vuota e ora a caccia di clienti è anche il Museo M9, che ha destinato al Retail d’alta qualità tutto l’area dell’ex convento. Ulteriori spazi commerciali sono previsti nell’area dell’ex Umberto I ma tanto vale non prenderli in considerazione visto che il buco nero di Mestre è destinato a rimanere tale ancora a lungo, senza nemmeno la possibilità di giocarsi la carta della vicinanza alla ferrovia dato che la fermata della metropolitana di via Olimpia – pensata proprio per rivitalizzare l’area – è al palo dopo il fallimento delle due società che si sono occupate dei cantieri. L’ultima novità riguarda quindi Excelsior e Corso anche se la strada era stata tracciata già sette anni fa, in un consiglio comunale guidato dall’allora sindaco Giorgio Orsoni. Nel luglio del 2012 il consiglio comunale approvò la realizzazione del multisala al Candiani, cui sarebbero state trasferite le licenze dei cinema Excelsior e Corso garantendo alla proprietà degli immobili, la famiglia Furlan, la possibilità di modifica della destinazione d’uso dei due edifici in cambio del pagamento al Comune del beneficio pubblico, ovvero il pagamento del 50% dal maggiore valore derivato dalla modifica della destinazione d’uso. Un valore che ora il Comune ha calcolato in 790 mila euro (450 mila per l’ex cinema Excelsior e 340 mila per il Corso). Soldi che saranno versati, in parte subito e in parte a rate, non appena inizieranno i lavori. Secondo il Comune «il recupero dei due ex Cinema consentirebbe il di favorire il processo per riqualificare il centro». C’è un punto però che sta facendo discutere.

GIORNALISTA: Scattolin .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre.DESCRIZIONE: cinema teatro Corso, corso del popolo
GIORNALISTA: Scattolin .AGENZIA FOTO: Candussi.LUOGO: Mestre.DESCRIZIONE: cinema teatro Corso, corso del popolo


Il documento del 2012 prevedeva infatti la possibilità che il Comune, per sostenere l’attività culturale della città, potesse acquistare o prendere in affitto il teatro Corso. Possibilità che ora la giunta ha scartato. «L’amministrazione comunale», recita la delibera di giunta, «non è interessata alla locazione dell’ex Cinema Corso né all’acquisizione della proprietà, stante che il bilancio di previsione 2018-2020 non prevede risorse destinate a tale finalità».

Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Municipio Mestre/ Assemblea pubblica sul "S.F.M.R. tra passato e futuro" - nella foto: Renato Boraso
Foto Agenzia Candussi/ Scattolin/ Municipio Mestre/ Assemblea pubblica sul "S.F.M.R. tra passato e futuro" - nella foto: Renato Boraso

Una scelta politica contro il quale si scaglia la Municipalità di Mestre, che l’altro giorno ha affrontato la questione in commissione, e giovedì ne parlerà in consiglio, per esprimere un parere, in vista del voto del Consiglio comunale. «Non siamo contrari all’accordo», ha spiegato il presidente della Municipalità Vincenzo Conte, «ma per garantire la cultura in terraferma, con il teatro Toniolo sempre pieno, il Comune dovrebbe impegnarsi per acquistare o affittare il Corso».

Agenzia Candussi, giornalista chiarin. Assemblea con i rappresentanti delle associazioni culturali e sportive presso sala consiliare Municipalità Mestre via Palazzo. nella foto il presidente municipalità Mestre Carpenedo Conte Vincenzo
Agenzia Candussi, giornalista chiarin. Assemblea con i rappresentanti delle associazioni culturali e sportive presso sala consiliare Municipalità Mestre via Palazzo. nella foto il presidente municipalità Mestre Carpenedo Conte Vincenzo

«Non se ne parla nemmeno, perché i soldi non ci sono», taglia corto Renato Boraso, assessore al Patrimonio «è finita l’epoca degli acquisti: che non se ne rende conto vive nel paese di Bengodi».

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