Uccise i fidanzati a Mestre, chiesti 4 milioni di danni
MESTRE. Da un lato la richiesta dello sconto sulla pena presentata dai legali dell’omicida Stefano Perale e l’accoglimento dell’integrazione di perizia per puntare alla semi infermità mentale dell’imputato, dall’altra la richiesta di un maxi risarcimento da 4 milioni di euro da parte dell’ex marito e dei genitori di Anastasia Shakurova, la ragazza uccisa dal docente di inglese nella notte tra il 16 e il 17 giugno 2017 assieme al fidanzato Biagio Buonomo.
Ieri, davanti alla gup Roberta Marchiori, si è svolta la prima udienza preliminare a carico dell’insegnante che deve rispondere di duplice omicidio con le aggravanti della premeditazione e dell’utilizzo del mezzo insidioso (ovvero il narcotico), violenza sessuale aggravata, procurato aborto e vilipendio di cadavere. Perale è arrivato dal carcere di Verona per partecipare all’udienza. Non ha mai parlato, è apparso provato e dimesso.
Perizia bis. I suoi difensori, gli avvocati Matteo Lazzaro e Nicoletta Bortoluzzi, hanno chiesto e ottenuto dal giudice (con il consenso del pm e le parti civili che si sono rimesse) che l’imputato venga giudicato con il rito abbreviato - e quindi con lo sconto di pena - condizionato all’integrazione della perizia psichiatrica.
Perale è già stato sottoposto a perizia (svolta in incidente probatorio alla presenza di periti e consulenti) e giudicato capace di intendere e volere. Ma nel corso del successivo interrogatorio davanti al pm Giorgio Gava, il docente ha confessato di essere coprofago, ovvero di aver mangiato le proprie feci.
E in effetti la polizia, durante le perquisizioni nell’appartamento del delitto, in via Abruzzo, aveva trovato un contenitore trasparente per alimenti pieno di feci. Nel corso dell’udienza di ieri, lo psichiatra Gianfranco Rivellini, che già aveva analizzato Perale, è stato incaricato dalla giudice di integrare la perizia esaminando esclusivamente l’aspetto legato alla coprofagia, prima non valutato. Periti e consulenti torneranno a far visita al docente in carcere.
I risarcimenti. In apertura dell’udienza si sono costituite le parti civili: l’ex marito e i genitori con l’avvocato Monica Marchi, il padre di Biagio Buonomo e la sorella rispettivamente con gli avvocati Michele Maturi e Raffaele Costanzo. Solo l’avvocato Marchi ha quantificato al momento la richiesta di risarcimento: 4 milioni di euro, determinati secondo le tabelle del tribunale di Milano, tenuto conto che i suoi assistiti hanno perso rispettivamente la moglie (pur se in fase di separazione) e la figlia con il nipote, visto che Anastasia era incinta.
Gli avvocati Maturi e Costanzo si sono riservati di presentare la richiesta in sede di discussione. Il legale del padre di Buonomo ha chiesto alla giudice (che si è riservata) il sequestro conservativo dell’appartamento del delitto, su cui però grava l’ipoteca della banca. Quell’alloggio, Perale aveva raccontato di averlo acquistato per Anastasia. Sarà il luogo che si trasformerà nella tomba della ragazza e del suo fidanzato.
Sentenza a fine luglio. Entro un mese dovrà essere depositata l’integrazione di perizia. La sentenza è prevista per il 25 luglio.
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