«Uccisa assieme, Busetto l’ha finita»
Ieri ha raccontato che a dare il colpo mortale, quello finale, a Lida Taffi Pamio è stata Monica Busetto. Non solo, ha sostenuto che quando erano rinchiuse nel carcere della Giudecca assieme le ha proposto di farsi carico da sola dell’omicidio e che in cambio avrebbe pensato lei alla sua famiglia, vendendo la casa di proprietà.
È la terza versione sull’omicidio dell’anziana di via Vespucci: per la prima volta in un aula pubblica (il bunker di Mestre), ha parlato “Milly” Lazzarini, la 50enne in carcere per aver ucciso Francesca Vianello e che, durante le indagini per quell’omicidio, ha ammesso di aver compiuto anche l’altro. Ma, nel tempo, le sue dichiarazioni sono cambiate, tanto che lo stesso presidente della Corte d’assise d’appello Gioacchino Termini, che sta conducendo il processo di secondo grado nei confronti di Monica Busetto già condannata a 24 anni e mezzo in primo grado, è sbottato: «Ormai lo abbiamo capito e prendiamo atto che Susanna Lazzarini ha reso, due, tre, 143 versioni diverse».
La sua deposizione è cominciata poco prima delle 10 ed è terminata intorno alle 18, con un’interruzione di un’ora. «Quel giorno, era il 20 dicembre, sono uscita di casa intorno alle 13,30 per andare dalla Pamio, volevo rubarle qualcosa e sono andata da lei perché sapevo che era una signora benestante, me lo aveva detto mia madre che spesso si trovava con lei», ha attaccato. Ha suonato e l’anziana le ha aperto il portone, quindi l’ha accolta in casa: «Quando mi ha visto si è allarmata perché da lei non ci andavo mai, ma ho cercato di tranquillizarla. Le ho fatto i complimenti e le ho chiesto di farmi un caffè, così ho avuto il tempo di andare in camera da letto e di rovistare nei cassetti e nell’armadio e mi sono messa in tasca una manciata di monili». Ma l’anziana se ne accorge e la affronta: «Mi ha urlato che ero una ladra, che mi avrebbe denunciato e che ne avrebbe parlato con mia madre. Le ho chiesto scusa e l’ho pregata di lasciar perdere, ma lei continuava così, presa dal panico, ho afferrato un grosso schiaccianoci che era in cucina e le ho sferrato un colpo forte sulla fronte, lei è caduta a terra». «Non sapevo che cosa fare, ma poi è scattata una molla e ho afferrato un coltello, quelli per tagliare le bistecche. In quel momento ho sentito la porta d’ingresso che si apriva, mi sono voltata e ho visto la Busetto. Era vestita da casa, ciabatte e tuta, e mi ha chiesto: “Ma cosa xe suceso?”. E io che non la conoscevo ho chiesto chi era». Quindi, ha riferito di averla minacciata col coltello e di averle intimato di prendere l’altro coltello. «Le ho detto che doveva darmi una mano altrimenti avrebbe fatto la fine della vecchia», ha proseguito, «e lei mi ha spiegato che era meglio strangolarla, così mi sono fatta passare il cavo del decoder, io l’ho tirato talmente forte attorno al collo della Pamio che si è spezzato. Intanto, la Busetto le ha riempito la bocca si carta per non farla urlare e io l’ho pugnalata sul petto varie volte ma lei non moriva, ero allucinata, ho rotto almeno due coltelli, sono rimasta con i manici in mano. Ho detto alla Busetto di alzarle la maglietta sugli occhi perché non volevo vederli e alla fine lei ha preso un coltello e le ha tagliato la gola dicendomi che non ero capace di fare nulla». Quindi, entrambe le hanno sfilato quattro anelli e la Busetto le avrebbe strappato la collanina, tenendosi solo quella. Infine, una è rientrata nella sua casa, di fronte a quella della Pamio, l’altra in bici nella sua, ma era graffiata e piena di sangue così ha finto di essere stata rapinata. Gli ori che aveva in tasca ha riferito di averli in parte venduti a un “compro oro”.
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