Ubriaco uccise una donna patteggia pena di 28 mesi

Spinea. Alla guida di una Golf un 26enne aveva travolto e ucciso Lucilla Lazzarin Nel sangue aveva un livello di alcol tre volte oltre il limite e aveva resistito all’arresto
Di Giorgio Cecchetti

SPINEA. Due anni, quattro mesi e dieci giorni di reclusione per il 26enne polacco Pawel Viktor Czovor. Questa la pena patteggiata dal suo difensore con il pubblico ministero di Venezia Carlotta Franceschetti per la morte della sessantenne Lucilla Lazzarin, messa sotto dal giovane straniero il 24 giugno dello scorso anno a Spinea. L’imputato doveva rispondere, oltre di che omicidio colposo, di aver guidato in stato di ebbrezza e di resistenza all’arresto.

Quando i carabinieri lo avevano tirato fuori dall’abitacolo della sua Volkswagen Golf il polacco era ubriaco fradicio, tanto che dopo alcune ore dall’incidente aveva ancora nel sangue tre volte i grammi di alcol previsti dalla normativa. Ieri, ha patteggiato un anno e quattro mesi per l’omicidio, otto mesi per la guida in stato di ebbrezza e quattro mesi e 10 giorni per la resistenza.

Dopo aver travolto e ucciso la signora, non si reggeva in piedi: la sua auto aveva tirato dritto alla curva di via Crea ai confini del Passante, volando sopra una duna di terra e finendo a pochi passi dalle barriere dell'autostrada. Nella sua traiettoria c'era purtroppo la povera Lucilla, che in bicicletta stava raggiungendo un'amica che abita poco lontano. Il marito della donna, Ferruccio Sbrogiò, però, non se l’era presa soltanto con l’investitore, ma pure con quel dedalo di strade, stradine e sottopassi che aveva stravolto quest'angolo di campagna da quattro anni. Pochi minuti dopo lo schianto Ferruccio stava rientrando a casa e si era trovato a passare sul luogo dell'incidente: era stato a prendere del latte da un amico allevatore che abita in paese. Aveva visto la bicicletta della moglie a terra e un capannello di gente. Poco oltre c'era il corpo della moglie. «Non capivo, pensavo fosse un lenzuolo portato in strada dal temporale, invece lì sotto c'era lei», aveva raccontato sconvolto l'uomo, «me l'hanno ammazzata: a farlo sono stati quell'assassino al volante e chi ha voluto questa strada. Abbiamo chiesto tante volte di metterla in sicurezza, posizionare dei dissuasori, ci hanno sempre risposto prendendoci in giro. Adesso politici e amministratori stiano lontani da qui, quello che è successo è anche colpa loro».

I carabinieri avevano trovato la Golf del polacco con la quinta marcia ancora ingranata, in una curva a gomito dove il limite è di 30 chilometri orari: Czovor sarebbe finito dritto senza rallentare, né sterzare, travolgendo la sessantenne che pedalava in senso contrario. Le cause della tragedia erano tutte all'interno dell'abitacolo dell'auto: quattro vuoti di birra sul sedile passeggero e dietro altre cinque bottiglie di vodka per proseguire la serata alcolica.

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