Tutto pronto all’ex Sirma, fermato il rave party tra l’amianto

Nel pomeriggio circa cinquecento giovani avevano già raggiunto e occupato i capannoni della fabbrica sotto sequestro. La polizia li ha convinti ad abbandonare la struttura
Una persona è rimasta folgorata all'interno della fabbrica dismessa "Sirma"
Una persona è rimasta folgorata all'interno della fabbrica dismessa "Sirma"

MARGHERA - Era tutto pronto ed erano già arrivati in cinquecento all’ex Sirma di Marghera, fabbrica chiusa e sotto sequestro per il pericolo amianto. Avevano allestito le casse, la consolle, preparato i corner per la birra, ma sono stati fermati dall’intervento delle forze dell’ordine che, dopo aver aperto una trattativa, sono riusciti a far cambiare loro idea. Facendo capire ai leader dell’organizzazione della festa che quel posto era troppo pericoloso per proseguire con il rave party.

Era la mattinata di ieri quando alle forze dell’ordine sono arrivate le prime segnalazioni di giovani che, dopo aver rotto i sigilli, erano entrati nell’ex Sirma di via della Chimica di Marghera, la stessa fabbrica dove poche settimane fa era morto un operaio fulminato nel tentativo di rubare del rame da una cabina elettrica. I giovani, in prevalenza ventenni, erano entrati nei capannoni con l’obiettivo di organizzare la festa per la serata, dopo che l’appuntamento era stato lanciato attraverso i social network. Il clou della festa era previsto per la nottata, con l’arrivo di circa 2 mila persone, provenienti da tutti il Nord Italia e anche dall’Europa tanto che, quando le forze dell’ordine sono arrivate in via della Chimica, c’erano già auto e camper arrivati da Spagna, Francia e Belgio dopo aver viaggiato per tutta la notte.

Sul posto, a partire dalla tarda mattinata, sono arrivati i poliziotti del commissariato di Marghera, le volanti, i carabinieri e anche la polizia municipale. Per prima cosa è stato deciso di chiudere le strade d’accesso così da evitare che altre persone potessero entrare nei capannoni all’amianto. Poi è cominciata la lunga trattativa con i ragazzi, portata avanti dal responsabile della Digos, Enzo Gaetano, che è riuscito a convincerli che sarebbe stato troppo pericoloso proseguire con la festa in un luogo del genere, e che non c’erano alternative: la festa doveva essere annullata e loro dovevano abbandonare la struttura sotto sequestro. La trattativa è andata a buon fine e nel pomeriggio i ragazzi hanno deciso di smantellare le apparecchiature e abbandonare lo stabile.

Le forze di polizia stanno tutt’ora verificando che non siano rimaste persone all’interno della fabbrica e presidiando le strade d’ingresso per evitare che nel corso della serata continuino ad arrivare persone credendo che la festa sia in corso.

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