Tutto il paese per l'addio a Gino, ucciso da una pirata della strada
MARTELLAGO. «Passare oltre è avere il cuore indurito. Invece le due infermiere si sono fermate a prestare aiuto. La nostra società tende a chiudersi, a essere indifferente e individuale». Sono alcune delle parole pronunciare durante l’omelia dal parroco di Olmo di Martellago, don Tarcisio Milani, durante il funerale di stamani di Gino Stevanato, il pensionato 79enne investito e ucciso domenica scorsa da un’auto pirata a poche centinaia di metri dalla sua casa. La rabbia ha lasciato posto al dolore nell'ultimo saluto a quell'uomo mite, che stava portando fuori il cane di prima mattina ed è stato falciato da una donna, con la patente ritirata, che non si è nemmeno fermata a dargli un ultimo sguardo.
Chiesa piena: tanta gente è intervenuta alle esequie, tra cui il sindaco Monica Barbiero, alcuni consiglieri comunali, la Protezione civile, i carabinieri. Il sacerdote, prendendo spunto dal vangelo secondo Luca e alla parabola del buon samaritano, ha ricordato il valore dell’aiuto verso gli altri, della disponibilità. Senza mai menzionare la 25enne romena accusata di aver provocato l’incidente, il parroco ha definito «angeli» le due infermiere che hanno prestato i primi soccorsi, ormai inutili. «Non possiamo fingere di non vedere» dice don Tarcisio. Alla fine della cerimonia, la salma dell’uomo è stata trasferita a Spinea per essere cremata.
Intanto Alina Paula Matei, la ragazza di 25 anni che ha travolto Stevanato trascinandolo per 40 metri, uccidendolo e che poi è fuggita, si difende: "Non sono un mostro".
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