Tutto abusivo all’Hard Rock Cafè. Sanatoria concessa per 3 mila euro

Lavori senza permesso per realizzare il nuovo solaio in acciaio e gli ambienti del locale a San Marco. Il Comune chiede la demolizione, ma poi basta una perizia sul rischio statico per fermare tutto
Morsego Interpress Venezia, 09.04.2009.- Inaugurato il Hard RockRistorante in Bacino Orseolo.-
Morsego Interpress Venezia, 09.04.2009.- Inaugurato il Hard RockRistorante in Bacino Orseolo.-

VENEZIA. Fare una serie di lavori abusivi nel proprio immobile e poi passarla liscia nei confronti del Comune di Venezia che ne chiede la demolizione, cavandosela con una modica ammenda? Basta dimostrare che la demolizione delle opere eseguite comporterebbe seri problemi statici per l’edificio e il gioco è fatto.

Questo almeno sembra insegnare la vicenda che ha coinvolto l’Hard Rock Cafè di Bacino Orseolo. È dall’aprile del 2014 infatti che il Comune chiedeva ai proprietari del locale di demolire le opere abusive realizzate dalle due società che gestiscono il locale, la Rial srl e la Hard Rock Cafè Italy srl. Senza permesso e autorizzazione paesaggistica infatti, era stato parzialmente demolito un vecchio solaio in laterocemento, sostituendolo con un nuovo in acciaio di circa 116 metri quadri, per destinare il primo piano dell’edificio a sala ristorante. Era stata inoltre modificata la distribuzione interna del piano terra, per creare i locali per i servizi igienici, bar e negozio di oggettistica.

Non è finita, perché i gestori dell’Hard Rock Cafè, sempre senza autorizzazione, avevano anche realizzato nel locale un nuovo vano scalo in cemento armato e installato addirittura un ascensore interno. Sempre senza permesso erano state infine costruite delle tramezzature interne al primo piano per ricavare i locali per la cucina, la preparazione di cibi, il lavatoio, deposito, i servizi igienici e la sala ristorante. Dopo i rilievi, le società proprietarie dell’Hard Rock Cafè, chiedevano per ben tre volte una sanatoria degli abusi al Comune, con istanze sempre respinte dall’Amministrazione e la richiesta di demolizione ripetuta. Si arrivava così all’ottobre dello scorso anno, quando le due società presentavano al Comune una perizia giurata depositata presso il Tribunale di Venezia di un noto ingegnere veneziano che affermava che la demolizione del nuovo solaio in acciaio non poteva avvenire senza creare problemi statici per l’immobile.

A questo punto il Comune - d’accordo anche la Soprintendenza - rinunciava alla demolizione e la sostituiva con una sanzione pecuniaria. Avrebbe potuto chiedere sino a 5164 euro - comunque ben poco - ma si “accontentava” di chiederne 2821 e la questione per Ca’ Farsetti era chiuso. «È un precedente pericolosissimo», commenta il presidente della sezione veneziana di Italia Nostra Lidia Fersuoch, «perché ciascuno, con una perizia appropriata, potrà comportarsi allo stesso modo e realizzare senza pagare dazio opere abusive. La sanzione pecuniaria, oltretutto modestissima, non può certo sostituire il danno fatto. Ma ormai in questa città, dal caso-Fontego dei Tedeschi in poi, sembra che sia possibile fare ciò che si vuole a livello edilizio, soprattutto se si tratta di grossi lavori».

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