Tutti i rifiuti pericolosi lasciano l’ex Nuova Esa

Marcon. Sta terminando il piano completo di smaltimento avviato nel 2014 Il sindaco: «Rimangono solo i materiali meno rischiosi, aspettiamo altri fondi»
Di Marta Artico

MARCON. È quasi terminata la fase avanzata di allontanamento dei rifiuti pericolosi dall’ex Nuova Esa" di Marcon. Ieri un nuovo carico di materiale è uscito dai cancelli per essere bruciato, diretto agli inceneritori prescelti allo scopo.

«Siamo prossimi alla chiusura di quest’altra fase di smaltimenti», ha postato il sindaco Follini su Facebook, «a testa bassa verso la fase finale». E poi l’hashtag #marconconcreta. Sta quindi terminando il piano di completo smaltimento che aveva preso avvio il 17 marzo del 2014 con l’allontanamento di circa 100 tonnellate di pericolosi pentasolfuri di fosforo e che sta vedendo il raggiungimento dell’obiettivo della completa pulizia dell’area. «La settimana prossima l’ultimo camion di questa tranche di finanziamento uscirà dalla Nuova Esa», spiega il sindaco, «in sostanza il 90 per cento del materiale che c’era all’interno, quello più pericoloso, sarà stato portato via».

Un passo in avanti notevole e storico, per i marconesi che per anni hanno dormito «sopra una bomba ad orologeria», come più volte ha detto qualcuno, per sensibilizzare enti e forze dell’ordine a farsi carico dell’intricata vicenda. «Resta ancora del materiale all’interno», precisa Follini, «ma in assoluto il meno pericoloso».

Spazzature, imballamenti vari. Su questo materiale dovrà ripartire un’analisi e si dovrà configurare un programma dettagliato che segue le indicazioni dell’Arpav, com’è stato finora. Si tratta di una parte importante del lavoro fatto: la definizione di un decalogo di priorità, com’è stato per la prima parte del lavoro, che ha visto l’allontanamento prima dei pentasolfuri, poi via via i rifiuti di altro genere dal più al meno pericoloso. «In questo caso si tratta davvero di materiale senza alcun tipo di rischio», assicura Follini, «serve, però, per terminare la partita, qualche soldo in più da parte della Regione, che ci aveva assicurato la disponibilità».

La prossima settimana, dunque, quando ci sarà l’ok degli enti che controllano le operazioni (il materiale quando esce deve dirigersi direttamente all’inceneritore), si concluderà l’asporto del materiale pericoloso. In un secondo momento, si aprirà la discussione sul futuro dell’ex impianto. L’area è privata. Chi può intervenire, anche in questo caso, è la Regione, che ha finanziato la bonifica e la messa in sicurezza dei rifiuti. Conclude il sindaco: «La Regione ha la possibilità di chiedere il risarcimento della quota economica, o rivalersi sulla proprietà. Quello che noi possiamo fare è sollecitare la Regione perché ciò avvenga. Mi auguro che ci sia un modo per riconsegnare alla città questa presenza non voluta».

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