Tutte le scritte sul tavolo della Procura
Lasciate quelle di Ezra Pound, la Digos segnala ai magistrati tutti gli slogan fascisti corredati da immagini di Mussolini
Lorenzo Porcile/Via Barbarigo, Sottomarina / Spiaggia Punta Canna Sottomarina
VENEZIA. La “spiaggia fascista” è ora sul tavolo del pubblico ministero Francesca Crupi. Ieri, infatti gli investigatori della Digos, hanno depositato la notizia di reato relativa al sopralluogo compiuto dagli agenti domenica dopo la notizia apparsa su
Repubblica
. Nella relazione i poliziotti ipotizzano che Gianni Scarpa, gestore dello stabilimento balneare Playa Punta Canna, abbia commesso il reato di apologia del fascismo. Reato previsto dalla legge Scelba e poi inasprito, come pena, dalla legge Mancino. Gli investigatori hanno indicato gli elementi che, secondo loro, dimostrano il reato commesso da Scarpa.
«Regole: ordine, pulizia, disciplina» è l’unica scritta rimasta all’esterno dello stabilimento rimasta dopo che il Prefetto Carlo Boffi ha fatto togliere tutte quelle che inneggiavano al fascismo, alla dittatura del Ventennio e al Duce e alle camere a gas.
Sopo l’entrata era tutto un citare massime che esprimono il pensiero del gestore («l’onestà deve cominciare dall’alto se si vuole che sia rispettata dal basso»), pannelli indicatori che “minacciano” punizioni («riservato ai clienti, altrimenti manganello sui denti») e, soprattutto, ritratti di Mussolini, citazioni del Duce e frasi nostalgiche. C’era l’imbarazzo della scelta per i poliziotti che hanno fotografato e annotato tutto ad iniziare da “Zona antidemocratica e a regime. Non rompete i c...”. Sempre lungo il sentiero lastricato in legno che dall’ingresso conduce al mare si poteva trovare di tutto con espliciti avvisi ai clienti: “Regole: ordine, pulizia, disciplina, severità”; “difendere la proprietà sparando a vista ad altezza d'uomo, se non ti piace me ne frego!”; “servizio solo per i clienti... altrimenti manganello sui denti”. Non mancava la frase di Ezra Pound: “Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le sue idee o le sue idee non valgono nulla o non vale niente lui”, questa è stata lasciata. C’era poi l’insegna che indicava i servizi igienici: “Questi sono i gabinetti per lui, per lei, per lesbiche e gay”.
E ancora; “La legge della giustizia nasce dalla canna del fucile”, scritte che venivano alternate a simboli del Ventennio fascista e immagini di Mussolini. Davanti ad uno sgabuzzino una scritta inquietante “Vietato entrare, pericolo camera a gas”. Senza dimenticare le invettive contro i tossicodipendenti che per Gianni Scarpa “vanno sterminati”.
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