Tutta San Michele all’addio a Veronica

Chiesa piena di amici e di coetanei della 14enne morta per una malattia congenita. In tanti l’hanno ricordata dal pulpito
Di Rosario Padovano

SAN MICHELE. I versi della celeberrima “Canzone per un’amica” del cantautore poeta Francesco Guccini sono impressi nei santini di Veronica Surian, consegnati ai fedeli, prima che la bara bianca con le sue spoglie varcasse l’ingresso principale della chiesa di San Michele. Qui dentro, già da molti minuti, erano in attesa, sui banchi, tutti gli adolescenti di San Michele, pronti a tributargli l’ultimo saluto. L’atmosfera è plumbea. Fuori piove. Fa freddo, sia fuori che dentro le anime di tutti i presenti.

Don Giovanni Sedrani accoglie la bara bianca, dietro ci sono i genitori e il fratello di “Vero”, com’era soprannominata dagli amici la 14enne morta pochi giorni dopo Capodanno per le conseguemze di un’ernia non diagnosticata. Poco distante il murales dei ricordi resta sempre pieno di lumini e di temi attaccati sul muro. Il paese è fermo. In chiesa, in piedi, c’è il sindaco Pasqualino Codognotto, poco dietro il consigliere d’opposizione Marco Cecchetto. Ci sono tutti, dalla Protezione civile ai nonni vigili, dalla polizia locale, ai carabinieri, in alta uniforme. In chiesa anche i volontari della Croce Rossa e una delegazione di infermieri e dipendenti dell’ospedale di Latisana, quasi a chiedere scusa per quel che è accaduto. Ma non è, il momento delle polemiche. Solo della preghiera. Dopo la prima lettura e il Vangelo don Giovanni Sedrani interviene dall’ambone, ma lascia subito il posto agli amici di Veronica. Hanno preparato dei pensieri che sono stati stampati e rilegati, infine distribuiti ai parenti presenti sui primi banchi. I genitori hanno assistito con sguardo ammirato a questo fortissimo momento di unità e di preghiera, non certo usuale. Poche volte si è visto un sacerdote lasciare spazio, nell’omelia, ai fedeli. È un eccezione, che per la memoria di Veronica si può concedere. Si sprecano le lacrime, i “Ti ricordi”. I ragazzi si esprimono come se Veronica fosse ancora viva e presente. Da quella bara lei non può sentire. I pomeriggi al Grest, a passeggiare in centro per San Michele, in giro per i negozi, all’oratorio. Nei discorsi degli adolescenti c’è tutta la Veronica che il paese ha conosciuto. “A te bastava stare con i tuoi amici”. “Sei una ragazza fantastica”. “Sentiamo un pugno nello stomaco”. “Sei affettuosa, accogliente, disponibile con gli altri, vorrei essere come te”. E ancora. “Ora la stella più bella ci guarderà da lassù, il dialogo continua”. Si avvicina il momento dell’addio definitivo, tra suoni di chitarre e canzoni di chiesa melodiose. Gli amici afferrano la bara. Ci si ferma tutti. Dall’impianto acustico della chiesa si trasmettono le note di una bella canzone, “Stella incantevole” di Alessandra Amoroso. Alla fine del brano della cantante salentina la bara abbandona la chiesa. È al momento dell’uscita che gli amici liberano in cielo una decina di palloncini bianchi.

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