«Tutela parziale della laguna se non si completa la muraglia»
MARGHERA. Nel nuovo consiglio comunale di Venezia non se ne parla e, tantomeno, nella Giunta del sindaco Luigi Brugnaro; nemmeno il governatore Luca Zaia sembra interessato. Ma tutta la vicenda, a dir poco paradossale, è all’attenzione della Commissione parlamentare di inchiesta «sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati» che per bocca del suo presidente, Alessandro Bratti ha denunciato che «se non si completano le opere (affidate al Consorzio Venezia Nuova) e non si chiudono i varchi che lasciano lingue con un'apertura tra i 20 e gli 80 metri, si rischia di vanificare tutto quello che è stato fatto finora per risanare e mettere in sicurezza la laguna di Venezia».
In effetti, mancano appena 2.589 metri per completare la “muraglia” di protezione (marginamento in termini tecnici) lunga complessivamente 44.508 metri, che protegge le sponde dei canali industriali e delle macroisole di Porto Marghera con palancole di 22 metri e canalette di drenaggio che raccolgono le acque contaminate di percolamento che filtrano dai terreni inquinati, per avviarle al depuratore Pif di Fusina e poi scaricarle in mare.
A ricordare che occorrono altri 250 milioni di euro per il completamento di questa grande opera incompiuta - costata a tutt’oggi 780 milioni di euro, arrivati nelle casse del ministero dell’Ambiente attraverso le transazioni ambientali pagati dalle industrie di Porto Marghera - è Roberto Daniele, capo del Provveditorato interregionale per le opere pubbliche di Veneto, Trentino e Friuli che ha preso le funzioni dell’ex Magistrato alla Acque. «Continuiamo ad attendere che il ministro dell’Ambiente o altre transazioni delle aziende di Porto Marghera alimentino il flusso finanziario necessario a completare il marginamento» dice Daniele, già sentito dalla Commissione parlamentare d’inchiesta.
Le transazioni da parte delle aziende, però, sono state quasi del tutto pagate e il ministro Galletti non ha annunciato alcun stanziamento. Tant’è che il provveditore Daniele ha sollecitato anche un «intervento legislativo ad hoc finalizzato a reperire i fondi per completare la messa in sicurezza della laguna di Venezia che continuerà ad esercitare solo una parziale tutele ambientale, fintantoché non verrà completato il muro di marginamento del sito di interessa nazionale».
In fondo si tratta solo di completare l’ultimo tratto (il 6 per cento) dell’intera opera, realizzata nel corso degli ultimi dieci anni al 94% con i soldi delle transazioni raccolti e messi a disposizione di Venezia dal ministero dell’Ambiente che ora sembra essersi dimenticato di questa vicenda, malgrado l’interrogazione parlamentare a lui diretta dei deputati veneziani Pd, Andrea Martella e Michele Mognato, una dura presa di posizione del presidente della Municipalità di Marghera, Gianfranco Bettin e un’ondata di indignazione da parte del mondo politico veneziano e dell'opinione pubblica.
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