Turn over bloccato. Comuni senza soldi a rischio i servizi per i cittadini
La fotografia è della Cgil che chiede nuove assunzioni dal 2019. Giordano: «Aprire un tavolo per evitare il collasso tra 10 anni»
Interpress/Mazzega Venezia, 29.07.2016.- Consiglio Comunale, Cà Farsetti presidiata dalle forze dell'Ordine per la protesta dei Comunali e BLM.-
VENEZIA. Nei Comuni della città metropolitana, se aumentano gli abitanti, calano i dipendenti dei Comuni. Lo dimostra la Fp Cgil con la seconda parte della sua indagine sul lavoro dei comunali nel Veneziano.
Agenzia Candussi, giornalista Furlan. "Assemblea in movimento" da Piazzale Candiani a Piazzetta Pellicani, Mestre. Cgil, cisl, Iil, CSA, Diccap, Cobas
La Fp Cgil ha preso i dati Istat degli anni 2013-2016 sulla popolazione dei 44 Comuni della Città Metropolitana di Venezia e li ha confrontati con il numero di dipendenti comunali. Se la popolazione è aumentata di 7.713 cittadini (più 0,91%) passando da 847.983 a 855.696 abitanti in quattro anni, il numero di comunali si è ridotto. Lo dicono i dati della Ragioneria Generale dello Stato: i dipendenti dei 44 Comuni veneziani sono calati di 306 unità, passando dai 5.599 del 2013 ai 5.293 del 2016. Meno 5,5 per cento.
Dalla ricerca della Funzione Pubblica Cgil emerge che solo un Comune va in controtendenza e aumenta i dipendenti. È Cavallino Treporti che 122 abitanti in più, ha due nuovi dipendenti. A Ceggia, Cinto Caomaggiore, Meolo e Musile di Piave il numero di dipendenti comunali è invariato mentre a calare è la popolazione (si va dallo 0,29% all’1,43%). A Vigonovo a fronte di un aumento di 118 abitanti, resta identico il numero di dipendenti.
Per 38 municipi su 44 il saldo è invece negativo. L’Unione del Miranese, che gestisce in comunità servizi come la Polizia locale, è ai primi posti per il calo di personale. A Jesolo, la popolazione aumenta di 1.538 unità a fronte di un calo di 8 comunali. Gli abitanti (non si considerano i turisti) crescono del 6,26% e i lavoratori calano del 3,57%.
Venezia, grande attrattore turistico, vede 119 dipendenti in meno (-3,97) e 4.089 abitanti in più (+1,58%). Caorle, nonostante un calo di 134 residenti (-1,14%), deve far fronte a 8 lavoratori in meno (-6,78%). Nei Comuni con meno di 5.000 abitanti il dato è ancora peggiore. Come a Teglio, Gruaro, Pramaggiore, Torre di Mosto. Qui le riduzioni di personale vanno dal 10 al 21 per cento. Nei Comuni tra 5.000 e 10 mila abitanti, 7 amministrazioni su 10 mostrano il segno meno in termini di numero di addetti e in sei la popolazione cresce. Campagna Lupia e Fiesso d’Artico vedono un aumento di quasi il 3% di abitanti contro un calo di oltre 13% del personale.
I Comuni con popolazione tra i 10 e i 20 mila abitanti (17 Comuni su 44) vedono un calo medio del 7,41% . A Marcon dove la popolazione cresce del 4 per cento si conta il 12,7% di lavoratori comunali in meno. Concordia Sagittaria ha il 14,55% in meno e ad Eraclea il calo è del 10,17% . Mira, quarto Comune più abitato, ha il 7% in meno di dipendenti.
«Per le leggi oggi in vigore nel 2017 i Comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti che hanno un rapporto dipendenti popolazione in linea con i vincoli possono effettuare assunzioni di personale a tempo indeterminato nel tetto del 75% della spesa dei cessati, contro la percentuale ordinaria del 25%», ricorda la Fp Cgil con il segretario Daniele Gordano. «Nel 2019 per tutti gli enti rispettosi dei parametri potranno essere sostituiti tutti i cessati». Quindi si potrà assumere. E con una schiera di dipendenti comunali, con una media d’età di 50 anni, che «si fanno carico di garantire i servizi ai cittadini sobbarcandosi significativi carichi di lavoro», per la Cgil è doveroso aprire un tavolo a livello di Città metropolitana per nuove assunzioni. «Altrimenti tra dieci anni si arriverà al collasso dei servizi». —
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