Turisti rumorosi, volontari per fermarli

Don Costantini, parroco di San Marcuola: «L’emergenza è ormai quotidiana». Spesso intervengono i parrocchiani

Chiese veneziane - specie quelle più ricche di capolavori artistici - “invase” da turisti senza rispetto che pretendono di visitarle anche durante le messe e le altre funzioni religiose, incuranti del disturbo che arrecano in un luogo sacro.

Non è più un fenomeno isolato, ma una vera e propria emergenza, in crescita costante, rispetto alla quale i parroci si difendono come possono, contando in anche sulla buona volontà di qualche parrocchiano che - specie per le messe principali della domenica - prova ad “arginare” l’invadenza dei turisti, bloccandoli all’ingresso. Così avviene ad esempio a San Marcuola.

A denunciare la situazione è in particolare don Angelo Costantini, Vicario foraneo di Cannaregio e parroco di ben tre chiese: San Marcuola, Sant’Alvise e San Girolamo. E San Marcuola - come anche, ad esempio, la chiesa della Madonna dell’Orto - è una delle più colpite dall’invadenza dei turisti, capaci a Carnevale di entrare anche in maschera durante la messa, attirati soprattutto da un’opera d’arte celeberrima qui conservata come la grande “Ultima Cena” di Jacopo Tintoretto.

«Il problema dei turisti che pretendono di entrare per la visita durante le messe e le altre funzioni religiose», spiega don Angelo, «riguarda un po’ tutte le chiese veneziane e in questi ultimi anni è in costante. Non serve a nulla esporre cartelli pluri lingue all’ingresso che ricordano che non è possibile visitare la chiesa durante i riti religiosi. Molti turisti, sia italiani, sia stranieri, se ne infischiano e entrano lo stesso. Noi proviamo a fare un po’ di filtro all’ingresso ma non è facile e anche i parrocchiani, pur disturbati, a volte esitano a intervenire perché temono qualche rispostaccia, visto che i turisti a volte sono molto protervi e maleducati».

Racconta ancora il vicario di Cannaregio: «Mi è capitato personalmente, mentre officiavo la messa a Sant’Alvise, che qualche turista, del tutto incurante del rito in corso, salisse fino all’altare per ammirarlo da vicino e di fronte alla mia osservazione che non era quello il modo di comportarsi durante una funzione religiosa, mi ha anche risposto malamente e in modo sgarbato. È un vero problema, che riguarda non solo i giorni festivi, ma anche quelli feriali, quando anzi i turisti - proprio per questo - si sentono autorizzati a insistere di più e non lasciano la chiesa neppure quando gli si ripete che una messa sta per iniziare. Non sappiamo davvero più come difenderci. Un’altra delle chiese più colpite dall’invadenza dei turisti è, appunto, la Madonna dell’Orto, uno dei “tempi” tintorettiani di Venezia, con un ciclo di opere importantissime di Jacopo, accanto ad altri capolavori di Tiziano, Cima da Conegliano, Van Djick, Palma il Giovane, tra gli altri.

La chiesa era una delle più visitate del Circuito Chorus - che prevede il biglietto di ingresso a pagamento per i turisti e di cui riferiamo a parte - ma due anni fa ha deciso di uscire dal sistema, rinunciando al ticket. I turisti però continuano a visitarla e il problema di fermarli all’ingresso quando iniziano le messe e le altre funzioni religiose resta irrisolto. Servirebbe, all’ingresso delle chiese veneziane durante le funzioni religiose, un servizio, se non di “buttafuori”, almeno di “dissuasori”, che invitino gentilmente ma con fermezza i turisti a non entrare in chiesa. Ma chi può permetterselo? Al momento nessuno, viste anche le condizioni economiche non certo floride delle parrocchie veneziane, e perciò l’ “invasione” dei turisti maleducati prosegue senza freni.

Enrico Tantucci

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