Turiste in burqa a Jesolo. «La legge proibisce il volto travisato»
JESOLO. I commercianti di via Bafile preoccupati dalla visione del burqa lo hanno subito chiamato. Daniele Bison è esponente di spicco di una destra sociale che non transige su questi argomenti.
«Spero che i responsabili della struttura alberghiera di Quarto D’Altino», dice, «avessero informato queste persone che in Italia è vietato girare travisati, del resto a una donna, quando chiede il rilascio della carta d’identità in Italia, viene chiesto di produrre una foto con i capelli raccolti e la fronte libera. Bene hanno fatto i cittadini a chiamare la polizia, dietro a un travisamento di quella natura potrebbe celarsi chiunque. Ricordo che in molti paesi arabi le donne trovate senza velo, anche turiste, ricevono seduta stante una serie di scudisciate, del resto anche chi si reca alle Maldive viene invitato a togliere il crocefisso dalle catenine. Nessun pregiudizio, ma dobbiamo pretendere che le regole nel nostro Paese siano da noi stabilite e facendole poi rispettare. Una città accogliente e internazionale come Jesolo deve dire no al turismo del burqa, pratica che riporta al medioevo, inaccettabile nel 2016».
Sinistra Italia, con Salvatore Esposito, non è d’accordo: «Vorremo la stessa richiesta di severità anche nel controllare quegli imprenditori, come per i campeggi andati in fiamme, che non sono in regola. Il burqa è materia delicata e seria che non va lasciata al sindaco o a un Comune, ma deve essere affrontata da leggi europee e internazionali».
Il presidente della Confcommercio, Angelo Faloppa, ha parlato a nome dei commercianti coinvolti: «Comprendo le loro paure di questi tempi. Ci sono delle leggi che vietano il volto travisato, e questo vale per un casco della moto o per un burqa, indipendentemente da religioni e credi».
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