Turista derubata sul treno Prese due borseggiatrici
MARGHERA. Altre due borseggiatrici del gruppo delle bosniache sono state arrestate. E ancora una volta a mettere loro le manette, venerdì pomeriggio, sono stati gli agenti del servizio sicurezza urbana della polizia locale. Sono finite nei guai dopo aver rubato il portafogli ad una passeggera di una “Freccia Argento” in partenza per Roma. Una delle due ladre è stata condannata ad un anno di carcere e messa agli arresti domiciliari, l’altra è minorenne e non è ancora stata processata.
I vigili urbani ha inflitto un altro duro colpo alla “banda delle bosniache”, un gruppo di agguerrite borseggiatrici che da qualche tempo imperversa in centro storico e a Mestre. In manette sono infatti finite venerdì pomeriggio, dopo un pedinamento durato tre ore, iniziato alla stazione ferroviaria di Venezia e conclusosi in via Berchet a Marghera, due donne bosniache, rispettivamente di 17 e 27 anni, con l’accusa di borseggio ai danni di una turista cinese cinquantenne. Dopo vari spostamenti, le due giovani avevano cominciato a seguire la turista asiatica all’interno della stazione ferroviaria di Mestre, tentando più volte senza successo di entrare in azione. Dopo circa un’ora il colpo è loro riuscito all’interno del treno “Freccia d’argento”, in cui la turista era nel frattempo appena salita. Mentre la cinquantenne cercava un posto a sedere, le bosniache sono riuscite a compiere il borseggio, rubandole il portafoglio, contenente 400 euro e valuta cinese. Le due giovani, da vere professioniste, hanno subito richiuso la cerniera dello zaino, rendendo così difficoltoso agli agenti comprendere subito se il furto era effettivamente avvenuto. Sempre pedinate, le ladre sono scese dal treno prima che questo si mettesse in movimento e si sono appartate in via Berchet a Marghera, per controllare con calma il contenuto del portafoglio. È a questo punto che gli uomini del commissario Gianni Franzoi sono intervenuti, arrestandole. In serata la minorenne è stata trasferita al carcere di Santa Bona a Treviso, mentre la maggiorenne ha passato la notte nella cella del Servizio Sicurezza urbana della polizia locale. Ieri mattina in Tribunale a Mestre, il processo per direttissima. È stata condannata a un anno da trascorrere ai domiciliari nel campo nomadi di Varese dove vive. Essendo incinta, il giudice ha stabilito che una volta partorito vada in cella. Con gli arresti di venerdì salgono a sei i fermi delle borseggiatrici della “banda delle bosniache”.
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