Turista 29enne scivola in canale e muore

Il giovane statunitense era arrivato in Italia da una settimana. Dopo Roma e Firenze, da due giorni era sbarcato in laguna. Un viaggio nel Belpaese da solo. Almeno stando a quanto hanno ricostruito gli agenti del commissariato di San Marco che indagano sulla sua morte. D.A.D. aveva 29 anni e giovedì, poco dopo mezzanotte, è stato ripescato cadavere in rio di San Barnaba all’altezza della palestra. La pm di turno, Patrizia Ciccarese, ha disposto l’ispezione cadaverica. Sarà poi il medico legale a stabile se c’è la necessità di eseguire o meno l’autopsia. Per il momento due sono le ipotesi seguite dagli inquirenti: il giovane è caduto in canale perché ubriaco e ha perso l’equilibrio, oppure vi è finito dentro in seguito a un malore.

L’allarme scatta quando dei giovani che si trovano non lontano dal rio di San Barnaba sentono un tonfo in acqua. Subito si avvicinano alla riva ma non vedono nessuno galleggiare. Immaginano che possa essere quel ragazzo di colore che avevano visto passare, pochi istanti prima, barcollante e piegato in avanti. Ma non vedono nessun corpo. Avvisano polizia e Suem. Quando i soccorsi arrivano sul posto, il corpo inanimato riemerge non lontano da dove il gruppo di persone aveva sentito il tonfo. Purtroppo per lui non c’è più nulla da fare. Si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco per recuperare la salma. Il giovane aveva con sé i documenti e attraverso le registrazione elettronica degli ospiti che gli hotel inviano in Questura, gli agenti hanno individuato l’albergo dove era ospite. Tutto è stato trovato in ordine. Il giovane era arrivato da due giorni e un testimone ha raccontato di averlo visto barcollante in evidente stato di ubriachezza.

La polizia, una volta raccolte le testimonianze, aver controllato la stanza e avuto la conferma che a Venezia era arrivato da solo, ha avvisato le autorità consolari statunitensi che ieri hanno provveduto ad avvisare la famiglia. La pm ha ordinato l’ispezione cadaverica da parte del medico legale. Nel primo controllo del cadavere, il giovane non aveva segni evidenti che possano far pensare al coinvolgimento di altri nella sua morte.