Turismo, scontro con il Comune

MESTRE. Sono conflittuali in questo finale di 2017 i rapporti tra le associazioni che rappresentano quanti lavorano nell’extra alberghiero 
Canal Grande
Canal Grande
MESTRE. Turismo, sono decisamente conflittuali in questo finale di 2017 i rapporti tra le associazioni che rappresentano quanti lavorano nell’extra alberghiero (affitti turistici, bed and breakfast, appartamenti per turisti) e l’amministrazione comunale veneziana.


Imposta, nuove regole.
Tra pochi giorni, dal primo gennaio 2018, entrano in vigore le nuove regole per la imposta di soggiorno da applicare ai turisti che pernottano negli appartamenti turistici, con una differenziazione basata sulla rendita catastale degli immobili. Appartamenti che in due anni in città sono decuplicati con numeri da record, diventando un vero business per tanti locali e
foresti
.


Oggi ogni turista che pernotta in queste strutture paga 1,50 euro a notte. Dal primo gennaio per tutte le locazioni brevi turistiche, si passa, a pagare da 2 euro fino a 5 euro. Due euro è il costo di un pernottamento in appartamenti popolari; 5 euro il costo in ville e palazzi storici e signorili. Di mezzo la tariffa di 3 euro, per le categorie catastali A/2, A/3, A/6, A/7, A/11 che comprendono case civili, villini, alloggi tipici. Le più numerose.


Tutte le associazioni del settore restano contrarie all’applicazione delle nuove tariffe dal primo gennaio 2018 e dalle quali l’amministrazione comunale conta di incassare quasi un altro milione di euro. Hanno tentato, spiegano, una inutile mediazione con il Comune.


Tari, ricorsi in commissione.
Ma i fronti di scontro sono molti di più: sono partiti nei giorni scorsi i primi ricorsi alla commissione tributaria veneziana contro l’applicazione della Tari, tassa sui rifiuti, al settore extra alberghiero trattato come gli alberghi della città. Veritas sostiene che la locazione turistica deve pagare la Tari esattamente come gli affittacamere e le altre strutture ricettive. Si passerà da una tariffa di circa 500 euro a una di 1000 euro. Insomma, il doppio.


Cambi d’uso.
E monta la contestazione alla delibera numero 25 del giugno scorso, quella che vincola i cambi d’uso con finalità ricettive al via libera del consiglio comunale e che si è abbattuta come una spada di Damocle anche sui bed and breakfast.


Il fronte della protesta raggruppa varie associazioni di categoria: Abbav (che rappresenta B&B, affittacamere e appartamenti), Confedilizia e Agata (le agenzie di appartamenti turistici in affitto, circa 600 del centro storico). «Quella delibera la riteniamo illegittima e anticostituzionale», ribadisce Ondina Giacomin di Abbav, reduce da un convegno con le istituzioni.


Tutti dal garante.
Abbav e Confedilizia lunedì si confrontano con rappresentanti di Airbnb, la piattaforma internet che gestisce migliaia di appartamenti in affitto in città e che è alle prese con l’applicazione, a livello nazionale, della cedolare secca. Obiettivo dell’incontro, «chiedere l’intervento del garante della libera concorrenza per sanzionare gli effetti negativi di quella delibera», precisa la Giacomin. Le associazioni sono pronte al ricorso al Tar ma la delibera, già esecutiva, non ha ancora concluso il suo iter. Si è alla fase della controdeduzione delle 12 osservazioni pervenute. Poi il provvedimento dovrà andare al voto del consiglio comunale. Solo allora le associazioni la impugneranno davanti ai giudici amministrativi.


Città metropolitana e problemi.
Altri problemi ci sono con la città metropolitana. Secondo i dati Istat, diffusi alcuni giorni fa dalla Regione, in provincia di Venezia si contano 658 strutture per 3.411 posti letto. «Ma ce ne sono un migliaio in attesa di accreditamento e che ora temono sanzioni per i ritardi della città metropolitana», ricorda la Giacomin. Queste strutture sono obbligate a registrarsi per fornire dati all’Istat sull’andamento turistico ma le loro domande si sono perse, a quanto pare, in città metropolitana. E ora tutti i gestori corrono ad inviare le copie delle domande agli uffici di via Forte Marghera, nel timore di controlli che scattano da inizio 2018 con sanzioni, salate, sulla carta. Da mille a duemila euro.


La giunta e il geoportale.
L’amministrazione Brugnaro è decisa ad andare avanti per dare risposte ai critici che imputano alla giunta di centrodestra di non fare nulla per frenare l’ invasione di strutture turistiche a scapito della residenza, e nel tentativo di fissare norme anti abusivi. Il geoportale GeoIDS è un esempio: è possibile individuare tutte le strutture ricettive regolari e registrate sul portale dell'imposta di soggiorno e anche segnalare quelle che si sospetta non siano in regola. Finora le segnalazioni, ha spiegato in un convegno la consigliera Maika Canton, sono state 500.


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