Turismo, ormai è invasione quotidiana
Venezia invasa e sotto assedio. Non è più la giornata eccezionale: Carnevale, Regata Storica, Pasquetta. La stagione è ormai spalmata su tutto l’anno. E la città, soprattutto nelle sue aree centrali, è diventata invivibile. 27 milioni i turisti registrati nel 2014 dall’ultimo studio ufficiale diffuso dal Comune. Ma adesso, a metà 2015, le cifre sono ancora superiori. Mercerie, Strada Nuova e calli intasate anche ieri. Per non parlare dell’area marciana, dei vaporetti stracarichi, del ponte di Rialto. Un turismo mordi e fuggi che rischia di stravolgere quel che resta della città storica. Ormai un grande bazar a cielo aperto, con attività economiche destinate al turismo mordi e fuggi, appartamenti trasformati in locande e affittacamere, negozi di vicinato e attività artigianali che chiudono i battenti.
Una crisi che non accenna a fermarsi. 27 milioni di turisti significa che ogni giorno, in media, la città ha più turisti che abitanti. 74 mila visitatori al giorno, a cui vanno aggiunti 35 mila pendolari. Contro 56 mila residenti. Un rapporto di uno a due, che rende ormai impossibile la convivenza.
Una tendenza sempre più evidente, e nessuno si muove. Restano sulla carta i progetti per i nuovi terminal – Fusina e Tessera – che almeno avevano l’obiettivo di «spalmare» su tutto il territorio il flusso dei visitatori. I turisti invece arrivano sempre alla ferrovia e a piazzale Roma, terminal che ormai stanno scoppiando. A San Marco arrivano (dal Tronchetto) i Gran Turismo e i barconi con i turisti giornalieri. Anche qui naufragati i progetti di aprire nuovi terminal a Sant’Elena e San Pietro di Castello.
Ma non esistono più nemmeno i rilevamenti aggiornati di arrivi, presenze e partenze. Un lavoro che faceva il Coses, Consorzio per lo Sviluppo economico e sociale, che Comune e Provincia hanno deciso di sciogliere qualche anno fa. Dipendenti e ricercatori sono stati in parte assunti dal Comune. Competenze preziose che potrebbero tornare utili.
Non ci sono più nemmeno le Apt, Aziende di promozione turistica che forse andavano riformate e non cancellate.
Dunque il problema non è soltanto come arginare l’onda – e scoraggiare gli arrivi ad esempio di chi non ha prenotato – ma anche quello di sapere quali sono le cifre esatte. Qualche dato arriva dalle aziende del Comune (Actv, Avm, Vela) per trasporti e parcheggi, biglietti venduti. Altri dall’Associazione albergatori, da Porto e aeroporto.. Resta il «buco nero» delle Ferrovie. Offerte speciali sui Freccia argento e Freccia bianca, treni straordinari e valanghe di turisti che arrivano a Santa Lucia.
Difficile avere i dati precisi. In Comune non esiste un ufficio deputato alle rilevazioni e al monitoraggio del turismo. Solo due giovani ricercatori che hanno prodotto per il commissario Zappalorto, nel novembre scorso, l’ultimo degli studi sui flussi turistici. Che con qualche approssimazione hanno identificato in 27 milioni il numero degli arrivi annuali. Un record storico, destinato ad aumentare.
Un flusso continuo che fa la gioia di qualche venditore ambulante ma per la grande maggioranza non porta ricchezza né lavoro, ma solo disagi e aumenti di costi per i residenti. Un’invasione che forse non si può fermare, ma bisogna in qualche modo controllare e limitare. Pena la sopravvivenza della città che sta diventando sempre più una «non città».
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