Turismo e cucina: Eat Jesolo rilancia l’enogastronomia
JESOLO. Una nuova rete d’impresa per promuovere il turismo sulla costa veneta anche al di fuori della stagione estiva. È l’obiettivo di “Eat Jesolo”, nuovo progetto che riunisce dieci ristoratori: titolari di hotel e ristoranti di Jesolo e San Donà. “Ambasciatori del territorio” con l’obiettivo di aiutare il commercio, unendo le forze e puntando sull’enogastronomia locale.
«Nel 2017 sono state 110 milioni le esperienze di “turismo enogastronomico” in Italia, con un indotto di 12 miliardi», spiega Angelo Faloppa, presidente di Ascom San Donà, «Il turista enogastronomico spende in media 194 euro al giorno, contro i 121 di uno culturale e i 90 di uno balneare». Quindi la decisione di puntare su quest’area per trainare un intero settore. Attraverso la promozione dei prodotti del territorio. Lo “storytelling” del cibo: una spiegazione dedicata a ogni piatto. La distribuzione di materiale informativo. Infine, la “Carta dell’ospite”, con l’indicazione sul menu dei prodotti “Made in Veneto” e la presenza tassativa di una certa quantità di prodotti DOP.
«I veneti tendono a rivendicare il loro “essersi fatti da soli”. Un atteggiamento che ora non è più possibile», continua Faloppa, «Se vogliamo creare un’immagine di territorio dobbiamo farlo insieme e la ristorazione è fondamentale. Non potremo mai competere con i prezzi di certi Paesi, ma dobbiamo puntare sul fatto che in Veneto oltre la spiaggia c’è molto di più, da un punto di vista architettonico, paesaggistico ed enogastronomico».
Ma qual è l’identikit del turista enogastronomico? Nel 41% dei casi si tratta di persone d’età compresa tra i 38 e i 53 anni, ma anche i ragazzi – contrariamente a quanto si crede – non disdegnano questo tipo di turismo. E poi non ci sono differenze tra uomini e donne: insomma, il cibo è in grado di mettere d’accordo proprio tutti. Un ruolo importante in questo progetto sarà rivestito da internet: i ristoratori sono chiamati ad aggiornare il sito del proprio ristorante o hotel e a creare una pagina Facebook. Sarà inoltre attivata la piattaforma digitale “MyFood” che indicherà i menu – anche in inglese – di ciascun locale. —
Laura Berlinghieri
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