Turismo a Venezia, albergatore assolto per l’imposta di soggiorno non saldata. Non è reato
VENEZIA. L’albergatore Davide Cori era accusato di peculato, per non aver regolarmente versato al Comune di Venezia oltre mezzo milione di euro di imposte di soggiorno, pagate negli anni dai clienti degli hotel che gestiva (il Carlton sul Canal Grande, l’Ambasciatori, che ora ha lasciato, e il Delfino a Mestre e altre strutture).
Con gli avvocati Zancani e Simonetti, si è difeso nel merito, sostenendo di aver sempre riversato il ticket in coincidenza con il saldo delle fatture dei grandi gruppi di turisti, dal momento che i tour operator che possono pagare a distanza anche di 6 mesi, mentre il Comune incassa ogni tre.
Martedì l’imprenditore è stato assolto dopo un’udienza aperta e subito chiusa, senza entrare nel merito della vicenda, perché - ha ricordato il giudice Luca Marini - «il fatto non è più previsto come reato». Anche la Procura, che nell’udienza precedente aveva chiesto la condanna a 2 anni, ieri si è pronunciata per l’assoluzione.
Si tratta di una delle prime sentenze in materia. Nel luglio del 2020, infatti, il Decreto Rilancio ha depenalizzato eventuali mancati riversamenti dell’imposta di soggiorno, facendo cadere l’accusa di peculato e riducendo l’eventuale contenzioso a una sanzione amministrativa, accogliendo così anni di proteste degli albergatori (sino ad allora ritenuti agenti contabili che maneggiavano pubblico denaro, ovvero, le imposte di soggiorno pagate dai clienti e riscosse per conto del Comune).
Ma subito si era aperto un nuovo contenzioso, perché la norma non veniva applicata dai Tribunali ai procedimenti precedenti. Così, nell’autunno del 2021, il governo ha dato una “interpretazione autentica”, chiarendo che la depenalizzazione ha effetto retroattivo.
«Devo dire che la sentenza così com’è formulata non ci soddisfa, perché avremmo voluto essere assolti nel merito», commenta l’avvocato Zancani, «abbiamo prodotto due fascicoli di documenti per dimostrare che Davide Cori ha sempre riversato alle casse del Comune l’imposta, non appena i tour operator le fatture – all included – dei gruppi. Il che poteva avvenire fino a 6 mesi dopo il pernottamento dei clienti».
Destinati intanto a chiudersi con un nulla di fatto gli altri processi in corso, compresi quelli a imprenditori turistici che realmente non hanno riversato alcunché, magari per difficoltà personali. Nei giorni scorsi la giunta ha deciso di costituire il Comune parte civile contro un albergatore veneziano accusato dalla Procura di essersi trattenuto oltre 227 mila euro di imposta di soggiorno. Anche per lui, responsabile o no, cadrà ogni accusa. —
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