Turco con la mannaia la verità in un cellulare
Un vecchio cellulare, senza collegamento a internet e una discreta serie di numeri da controllare. E poi le impronte inviate in Turchia e in Germania. Sono gli elementi su cui gli agenti della Digos stanno indagando per risalire alla vera identità e ai motivi della presenza a Venezia del turco fermato domenica mattina in stazione a Santa Lucia con una mannaia nello zaino.
Il sedicente turco Ozturk Ayhan, 49 anni, ora si trova in un Cie del Piemonte. Lunedì mattina è stato condannato a un anno e otto mesi per avere esibito un documento di identificazione falso e per il porto ingiustificato di arnese atto ad offendere. Qui attende di essere identificato prima che le nostre autorità lo rispediscano al proprio Paese. L’unica possibilità sono le impronte digitali che la nostra polizia ha inviato in Germania e in Turchia.
Infatti lui sostiene di avere la doppia cittadinanza, ma avendo fornito un documento falso non è chiaro se quanto dichiarato sia vero.
Gli investigatori della Digos sono inoltre impegnati a ricostruire i contatti che il turco aveva in Italia e in particolare nella nostra città. Quando lo hanno fermato in tasca aveva la copia della che aveva presentato alla Polizia Ferroviaria di Bologna per il furto subito di parte dei documenti e di iPhone e iPad. Una denuncia sulla quale la polizia sta indagando per capire se sia vero il furto o sia il tentativo di crearsi una identità nuova da parte del turco con documenti falsi.
Ha dichiarato il furto dello smartphone, ma gli agenti gli hanno trovato un cellulare vecchio modello senza collegamento internet.
Nella memoria numerosi contatti e inoltre sono state trovate le tracce di parecchie telefonate. Ora gli investigatori vogliono risalire ai contatti italiani del turco, si tratta del primo passo per capire che intenzioni aveva lo straniero.
Una mannaia di 29 centimetri ed una pietra nello zaino, poi una sfilza di bugie e documenti in fotocopia falsi, che attestano una doppia nazionalità turco-tedesca tutta da dimostrare. Materiale sufficiente a far scattare l'allarme anti-terrorismo. E così è stato domenica notte alla stazione di Santa Lucia, dove la polizia è intervenuta quando ha ricevuto la segnalazione che alcuni stranieri, intorno alle 4.30, stavano pregando ad alta voce Allah, con gesti enfatici, inginocchiati sotto la pensilina dello scalo ferroviario. Quando sono accorsi i primi agenti della Polfer hanno fermato Ayhan e un altro ragazzo. Al primo hanno trovato la mannaia.
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