Tunnel scavati dalle nutrie argini fragili e a rischio
MESTRE. C’è chi, come l’ex ministro Maria Vittoria Brambilla, da sempre animalista, crede che «siano vittima di pregiudizi», tanto da decidere di posare con l’animaletto per una foto ricordo. E chi invece, come il presidente di Confagricoltura Venezia, Giulio Rocca, ritiene che debbano essere cacciate perché ormai siamo di fronte a una vera e propria pericolosa invasione.Al centro della disputa ci sono le nutrie. Secondo la Provincia solo l’anno scorso ne sono state catturate, e poi uccise, 11 mila, ed è quindi probabile che in tutto il Veneziano siano alcune decine di migliaia.
Il punto è che con la scomparsa dell’ente il contenimento del numero delle nutrie dovrebbe passare in capo ai Comuni, che però non si sono ancora attrezzati. Fino a qualche mese fa la provincia forniva le gabbie agli agricoltori che le catturavano attirandole con una bella pannocchia. Poi arrivavano gli uomini delle province che le uccidevano, facendole seppellire agli stessi agricoltori con la calce viva. La Provincia però in queste settimane sta ritirando le gabbie, e gli agricoltori non sanno più che pesci pigliare.
Anche perché, come spiega sempre Rocca, «con la normativa entrata in vigore ad agosto 2014 non fa più rientrare le nutrie tra gli animali selvatici e quindi cacciabili. Con la scomparsa dell’ente Provincia la cattura delle nutrie passa come competenza ai Comuni che però non sono ancora attrezzati. Nel frattempo gli agricoltori si trovano pure beffati visto che non sono più previsti nemmeno risarcimenti per i danni alle colture. Chiediamo perciò un intervento urgente della Regione per risolvere, almeno in deroga, la questione e tamponare il vuoto legislativo, un problema spinoso che rischia altrimenti di trascinarsi per mesi provocando una vera e propria invasione di roditori e danni irreparabili». Danni che non riguardano solo gli agricoltori perché «nei prossimi mesi potremmo finire sotto'acqua non solo per le alluvioni sempre più frequenti e il dissestro idrogeologico ma anche per le buche profonde scavate dalle nutrie negli argini dei corsi d'acqua con conseguenze anche gravi».
Lo sanno bene anche i tecnici dei Consorzi di bonifica i cui mezzi spesso sprofondano con le ruote lungo gli argini proprio a causa dei tunnel scavati dalle nutrie, che minano anche la tenuta degli argini. «In qualche modo vanno tenute sotto controllo, ma se nessuno interviene saremo presto di fronte a una vera emergenza», aggiunge Rocca, «anche perché le nutrie, in natura, non hanno roditori». (f.fur.)
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