Tuffo folle dal ponte di Rialto: morto il marinaio che centrò un taxi in transito
VENEZIA. A distanza di mesi, quando sembrava essere sulla via della guarigione, è morto all’improvviso il marinaio neozelandese che in una notte di follia e troppo alcol si era tuffato in una notte d’agosto dal ponte di Rialto, finendo però a sbattere violentemente contro il taxi di Lucio Rossetto, della cooperativa Serenissima Motoscafi, che in quel momento transitava sotto il ponte.
«Quell'episodio mi ha cambiato la vita, all'epoca pensavo che per qualche centimetro mi avrebbe ammazzato», racconta oggi a chi lo informa dell’epilogo di questa vicenda, incredulo alla notizia della morte dell’uomo, «mi dispiace veramente tanto. Se posso dire una cosa, mi auguro almeno questa tragedia serva da esempio alla gente che viene a Venezia per fare delle bravate. Buttarsi dai ponti, e non solo a Rialto, non è un gioco e si rischia la vita».
Il decesso dell’uomo risale a fine ottobre: 50 anni, membro dell’equipaggio di uno yacht quest’estate all’ormeggio alla Salute, neozelandese di nascita, ma residente a Nizza, dopo quel tuffo folle e pericolosissimo dal ponte di Rialto era stato ricoverato per la frattura di alcune costole e un trauma cranico all’ospedale civile di Venezia. Dal reparto di Ortopedia del Santi Giovanni e Paolo era stato però dimesso il 25 agosto, quando su sua richiesta era stato trasferito vicino a casa. La follia alcolica di quella notte - che per un nulla non è costata molto cara allo stesso Lucio Rossetto, che si è visto sfiorato dal corpo dell’uomo - si è ora trasformata in tragedia, con il decesso del marinaio cinquantenne, proprio quando ormai sembrava avviato verso la guarigione. «Non avrei mai creduto che finisse così», commenta ancora il taxista informato della notizia, «anzi, ero convinto che si sarebbe ripreso presto, perché ero rimasto in contatto con alcuni suoi amici e mi avevano detto che avrebbe dovuto sottoporsi a qualche intervento, ma niente di impossibile».
Così ora gli preme lanciare un appello, perché quanto accaduto serva di monito: è successo troppe volte che qualche incosciente (quasi sempre turisti), abbia messo in pericolo la propria ed altrui vita con tuffi spericolati dal ponte di Rialto, come da quello degli Scalzi, come raccontano le cronache di questi anni.
La Procura della Repubblica di Venezia si appresta ora ad archiviare il fascicolo: a carico dell’uomo, infatti, la Polizia municipale non si era limitata a contestare la violazione del regolamento comunale che vieta di tuffarsi e fare il bagno nei canali della città, ma proprio per il grave impatto contro l’incolpevole taxi in transito, aveva presentato una denuncia con la pesante accusa di attentato alla sicurezza della navigazione.
Roberta De Rossi
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