Tubo rotto al commissariato: l’acqua invade il nuovo edificio
JESOLO. Tubo rotto al nuovo commissariato, allagati primo piano e seminterrati. Dopo che gli stessi problemi si erano verificati ad agosto, il commissariato “fa ancora acqua” e i sindacati di polizia, in prima fila il Coisp, attaccano: «Non possiamo inaugurare una struttura in queste condizioni, non c’è nulla da inaugurare». A seguito della rottura di un tubo, l’acqua ha invaso parte del primo piano e il seminterrato, con danni causati ad alcuni computer e anche ad alcuni fascicoli importanti. Mentre è iniziato il conto alla rovescia per l’inaugurazione ufficiale, il 30 novembre nella struttura alle spalle di piazza Brescia, per una festa aperta a tutta la città e un grande concerto serale al pala Arrex con la banda della Polizia di Stato, l’ennesimo incidente rischia di far calare una cappa di polemiche sulla festa, che vuole essere un momento davvero importante per Jesolo.
Nei giorni scorsi, il questore Angelo Sanna è giunto a Jesolo per un sopralluogo e pochi giorni dopo si è verificato questo secondo fastidioso incidente con l’allagamento causato dalla rottura di un tubo. L’immobile è ancora di competenza della ex Provincia, oggi Città metropolitana di Venezia. Ieri sono stati contattati ripetutamente i responsabili degli uffici del servizio edilizia dell’ente, ma, o non hanno ritenuto di parlare, o non sono stati rintracciabili per chiarire nel dettaglio cosa possa essere accaduto di tanto grave, visto che il problema degli allagamenti si è ripetuto.
Il sindacato di polizia Coisp, con la segreteria provinciale di Venezia, è subito intervenuto. «Il commissariato di Jesolo», dice il segretario Francesco Lipari, «prima ancora di partire sta manifestando serie criticità. Dobbiamo risalire addirittura allo scorso agosto con le prime piogge per assistere anche ai primi seri allagamenti. Se il buon giorno si vede dal mattino, siamo a buon punto. Secondo la nostra opinione, non c’è niente da inaugurare visto lo stato dei fatti. Piuttosto, andrebbe predisposto uno studio serio su quanto è stato costruito, per capire come mai sia accaduto tutto questo e per evitare che possa accadere altre innumerevoli volte». «Non possiamo parlare di una festa», aggiunge il sindacalista Lipari, «a fronte di diversi problemi già rappresentati al questore, che è formalmente il nostro datore di lavoro». Sul fatto che la struttura sia ancora della Città metropolitana, «non è certo un cavillo che cambia le cose sulla proprietà o la competenza che riguarda il commissariato. Il problema è che la struttura ha dei problemi, è la seconda volta che si allaga e dobbiamo capire come evitare che tutto questo accada ancora».
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