«Tu sei noi», l’addio degli amici ai 22 anni passati con Daniele

CALTANA. «Tu sei noi». Il messaggio degli amici per Daniele Caccin, nel giorno del suo addio nella chiesa di San Biagio, è esposto davanti all’altare tra una cascata di foto dei bei momenti trascorsi insieme. È toccante l’addio del gruppo di amici del ventiduenne di Caltana morto lunedì in un tragico incidente stradale lungo la Noalese a Vigonza.

I “fioi” hanno accompagnato per tutta la messa “Celio”, così era chiamato nel gruppo, disposti in cerchio attorno al feretro, ricoperto di fiori bianchi e dalle firme scritte su una maglietta. Altre magliette, quelle bianche indossate dagli amici, con la foto sorridente di Daniele stampata davanti.
«Tu sei noi». Non “con noi”, di più. Così i giovani della compagnia del paese hanno voluto esserci e rendere l’estremo saluto all’amico che non c’è più, in una chiesa che non è riuscita a contenere la folla accorsa per i funerali del giovane.
«Celebriamo la vita, non la morte», ha detto all’inizio della messa il parroco di Caltana don Danilo Bovo, che ha concelebrato con l’ex parroco di Caselle don Lucio Monetti, «e la vita trionfa quando ci vogliamo bene, come oggi e in questi giorni in cui ci siamo stretti attorno a Daniele e alla famiglia in tutti i modi. Oggi cerchiamo la luce, il senso e la verità che ci permetta di guardare questa tragedia con speranza. In quel tratto di strada che doveva condurre a un giorno nuovo, Daniele si è fermato ed è difficile per noi accettare e vivere questo fatto con speranza. Ma la nostra presenza qui è perché lui, solitamente schivo e di poche parole, ci ha convocati». Poi il sacerdote ha avuto parole di ringraziamento per i genitori, Luisa e Franco: «Grazie per aver offerto i suoi organi e permettere così ad altri di vivere».
L’abbraccio alla madre e al padre di Daniele è arrivato anche dai genitori degli amici, in un paese dove sono forti i legami: «Daniele vive ancora», hanno detto i genitori del gruppo, «la vostra vita è stata avvolta da lui e lui vivrà in voi e in tutti quelli che lo hanno amato, oltre che in noi che lo abbiamo visto crescere e giocare».
Lunga e mesta la processione a piedi verso il cimitero di Caltana, con il paese bloccato e il traffico deviato per lasciar spazio al dolore ma anche agli abbracci di speranza di un popolo, quello dei giovani, mai così numeroso. È sabato e dopo poche ore, di sera, come avvenuto nei giorni scorsi, ci si trova come sempre, al bar, per una bevuta insieme. Non c’è già più il tempo per piangere.
Ci si trova ancora con “Celio”, ancora a parlare di musica, di motori e di lui. Con lui, perché “Tu sei noi”.
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