Truffe via mail, tre hotel caduti nella rete

Il pagamento effettuato dai clienti veniva dirottato su un altro conto. Indaga la Polizia postale

VENEZIA. Sono almeno tre i grandi alberghi di Venezia che sono caduti nelle reti dei truffatori informatici in questi ultimi mesi. Tramite una mail in tutto e per tutto simile a quelle standard del sito Booking.com alcuni truffatori richiedono l’invio di un pagamento anche di decine di migliaia di euro tramite bonifico invece del solito accredito automatico.

Ad avvalorare la richiesta è presente all’interno della mail un numero di telefono per eventuali contatti. A chi ha chiamato ha risposto un risponditore automatico che ha confermato l’operazione. E qualcuno sembra esserci cascato. A segnalare la vicenda è la polizia postale di Venezia che annuncia la costituzione di un coordinamento per arginare il fenomeno.

«La truffa ha confini nazionali ma ha colpito soprattutto in Veneto» dichiarano fonti della Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Veneto «Per ora sono tre gli alberghi 5 stelle di Venezia che hanno denunciato il raggiro e non è escluso che in futuro i casi aumentino di numero. Per parte nostra siamo in allarme e consigliamo grande prudenza a chi si occupa della gestione fiscale e finanziaria delle strutture alberghiere». Un fenomeno, quello delle truffe, che gli albergatori di Venezia conoscono anche troppo bene. «I raggiri tramite mail si sono verificati più volte nell’arco di questi anni» spiega Claudio Scarpa, direttore dell’Associazione Albergatori «e tuttavia non è poi così frequente che le nostre strutture ci caschino. Spesso gli alberghi, soprattutto quelli più grandi hanno organismi di gestione fiscale molto preparati e competenti che difficilmente cadono in questo genere di fregature. Capita invece alle strutture più piccole, quelle il cui referente per la gestione delle attività relative ai pagamenti è unico. In questi casi può capitare un abbaglio, che costa anche piuttosto caro».

E l’affare è redditizio se si riesce a far cadere nel tranello l’albergatore giusto. A Venezia infatti Booking copre circa un quarto delle prenotazioni degli oltre 30mila posti letti presenti, chiedendo una commissione che oscilla tra il 15% e il 25% del valore della transazione. A fronte di un giro d’affari che l’Associazione Albergatori di Venezia stima intorno ai 20 milioni di euro l’anno, le strutture d’accoglienza della città lagunare stanno formando, pure con qualche eccezione, il loro anticorpi contro i truffatori informatici.

«Anche noi siamo stati lambiti in passato da questo genere di raggiri, ma riusciti ad evitare di cascarci» spiega Gianmatteo Zampieri, Hotel manager del Luna Hotel Baglioni «Le truffe sono all’ordine del giorno ma tenere gli occhi aperti è un elemento essenziale del nostro mestiere».

Riccardo Sandre

Riproduzione riservata © La Nuova Venezia